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Pisa, il rianimatore: “Donna positiva al coronavirus per 46 ore su una barella del Pronto Soccorso”

Paolo Malacarne, primario del reparto di rianimazione dell’ospedale di Pisa, ha raccontato in un post su Facebook l’odissea di una donna che ha dovuto aspettare 46 ore prima di essere ricoverata: “Neppure a marzo e aprile i malati hanno mai atteso tanto a lungo per trovare un posto letto in reparto”.
A cura di Davide Falcioni
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Quarantasei ore: tanto ha dovuto attendere su una barella del Pronto Soccorso dell'ospedale di Pisa una paziente positiva al coronavirus in attesa che si liberasse un posto letto. A raccontarlo non è stato un utente qualunque della struttura sanitaria bensì Paolo Malacarne, primario del reparto di rianimazione: "Questa notte verso l'1 sono sceso in consulenza al Pronto Soccorso in area Covid per valutare una malata che stava peggiorando nella respirazione a causa della sua polmonite", ha scritto su Facebook.

"Guardando la cartella – ha raccontato il medico – ho visto che era entrata alle 13,30 circa: ‘Beh, è qui solo da 12 ore' mi è sfuggito questo pensiero a voce alta. ‘Paolo, guarda bene' mi ha detto la collega, ‘è entrata alle 13,30 del 25, non di stamani': la signora era in barella in attesa di ricovero da 36 ore; ho rivisto la malata stamani alle 7 e poi alle 10, poco prima che, attorno alle 12 venisse ricoverata. Come sempre succede, il trattamento che ha ricevuto al Pronto soccorso è stato corretto, grazie alla professionalità dei medici, degli infermieri, degli oss che ci lavorano".

Il dottor Malacarne ha ricordato che neanche nella fase più critica di marzo e aprile i malati hanno mai atteso tanto a lungo per trovare un posto letto "e stamani assieme a lei c'erano un'altra decina di malati che aspettavano il posto letto in degenza ordinaria, chi da qualche ora chi da più di 24 ore. Anche i letti intensivi e soprattutto sub-intensivi (per intenderci quelli per i malati che respirano nei caschi o con le maschere a pressione sul viso) cominciano a scarseggiare, e stamani ne erano occupati 26 su 28. Questa penuria di letti ordinari, intensivi e sub-intensivi è oggettivamente purtroppo segno di un fallimento nella preparazione".

Secondo il rianimatore "per non arrivare a un fallimento negli esiti, dobbiamo prendere decisioni operative alla luce di 2 semplici principi: 1) quando l'80% dei letti destinati ai malati covid sono occupati, si devono immediatamente aprire altri letti, prima che i malati stazionino al Pronto Soccorso per ore e ore". Inoltre "dal momento che una parte del personale sanitario del nostro Ospedale ha già fatto esperienza dei malati Covid a Marzo-Maggio e ha quindi competenza e professionalità su questa difficile malattia, è quel personale che in prevalenza deve curare oggi i nuovi malati covid positivi".

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