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Pietro Maso da domani in libertà: 22 anni fa massacrò i genitori per l’eredità

Ventidue anni dopo il terribile delitto, Pietro Maso ha scontato la sua pena ed è ora un uomo libero. Il giudice Cossia: “Non capisco le polemiche, ha pagato il suo debito con la giustizia. Ora è un cittadino come gli altri”.
A cura di Redazione
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Il prossimo 15 aprile, dopo aver scontato 22 anni di carcere, Pietro Maso tornerà a essere un uomo libero. Nel 1991 ammazzò a Verona la madre e il padre per impossessarsi dell’eredità. Fu condannato a 30 anni e due mesi, poi ridotti.

"Sono in piedi accanto ai loro corpi. Morti. Una linfa gelata mi è entrata dentro, nelle vene, nelle ossa, nel cervello. Vado in bagno. Devo lavarmi. Apro a manetta l’acqua calda, tengo la testa bassa. Fisso le macchie sul dorso delle mani. È sangue. È il sangue di mio padre. È il sangue di mia madre”. Con queste parole, tratte dal libro autobiografico "Il Male ero io", Pietro Maso descriveva gli attimi immediatamente successivi al terribile delitto di cui si macchiò nel 1991. L'allora diciannovenne Maso, infatti, massacrò i genitori nella loro villetta di Montecchia di Crosara, piccolo centro in provincia di Verona, per riuscire ad impossessarsi subito dell'eredità. Un delitto cruento che occupò le prime pagine dei giornali e che scosse l'opinione pubblica.

Ebbene, domani mattina, Pietro Maso sarà un uomo libero, dopo aver scontato 22 dei 30 anni di carcere cui era stato condannato, avendo beneficiato degli sconti di pena per indulto e buona condotta. Sulla questione è tornato il giudice Roberta Cossia, in una intervista all'Ansa in cui riassume il percorso giudiziario del quarantunenne Maso e fa il punto sulle reazioni "sorprendenti" dell'opinione pubblica.

"Mi stupisco che ci siano ancora polemiche quando un condannato per un fatto comunque atroce ha scontato la sua pena e torna in libertà. Il motivo per il quale ciò suscita un certo fastidio sta nell'istinto vendicativo, umano, per cui non viene tollerato che ci sia un fine pena […] Maso si è fermato a pensaree ha accettato di fare un percorso di revisione, di meditazione. Non so poi come costruirà il suo futuro. Non so se sceglierà la notorietà, ritornando a un passato negativo o vivere, come io gli consiglio, nell'anonimato. Quel che è certo è che oggi è un cittadino come gli altri e così deve essere considerato"

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