Pierina Paganelli, terza volta di Dassilva davanti al Riesame: i giudici rinviano decisione su scarcerazione

Si è tenuta oggi, giovedì 22 maggio, la terza udienza al tribunale del Riesame di Bologna per Louis Dassilva, il 35enne senegalese accusato dell'omicidio di Pierina Paganelli. La 78enne è stata trovata morta nel garage del condominio dove abitava, in via dei Ciclamini, a Rimini.
L'udienza, durante la quale i giudici erano chiamati a discutere l'istanza dei difensori dell'indagato, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, per la scarcerazione di Dassilva, è durata appena mezz'ora. I legali del 35enne hanno chiesto nuovamente di rivedere l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini.
Un’udienza lampo in cui “abbiamo portato all’attenzione del collegio tematiche per macroaree che hanno per noi oggi bisogno di nuove argomentazioni per presupposti mutati durante l’attività d’indagine”, hanno spiegato gli l’avvocati di Dassilva, citati da Il Resto del Carlino.
Dall’altra parte, la procura ha depositato una memoria integrativa, sintetica ma significativa, che intende rafforzare la linea dell’accusa. Tra i nuovi elementi, alcune testimonianze che metterebbero in dubbio l’esistenza del presunto “accordo” tra Dassilva e la moglie Valeria, in base al quale l’uomo avrebbe avuto libertà di frequentare altre donne.
Il collegio si è riservato la decisione. Il Riesame bolognese aveva già due volte affrontato la situazione della misura cautelare in carcere dell'indagato: dopo il primo arresto, deciso lo scorso luglio, e ad aprile, in seguito al rinvio della Cassazione. In entrambi i casi era stata confermata.
L'indagato, che nelle scorse settimane aveva iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le decisioni del gip e del Riesame (era stato ricoverato in via cautelativa, dimesso e fatto rientrare in carcere pochi giorni dopo), oggi era presente in aula. È apparso deperito e molto provato.
Nel frattempo, il 12 maggio scorso, la Procura di Rimini ha notificato ai legali di Dassilva l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Nell’atto viene contestato al 35enne l’omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, motivi abietti e di aver commesso il fatto in orario notturno e approfittando delle condizioni di tempo di luogo e di persona, tali da ostacolare la difesa. L'uomo rischia l’ergastolo.