Pierina Paganelli, Dassilva in ospedale, la moglie: “Vergognoso saperlo dai social, si sta lasciando andare”

"Ho trovato Louis molto male, sia fisicamente che psicologicamente. Ha un catetere vescicale e delle flebo alle braccia. La situazione è devastante, io gli ho detto di non arrendersi, andare avanti". A parlare è Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, il 34enne in carcere da luglio per l'omicidio di Pierina Paganelli. L'uomo si è visto negare la scarcerazione dopo l'incidente probatorio sostenuto anche da Manuela Bianchi, sua ex amante e nuora della vittima. Da qualche giorno Dassilva aveva iniziato lo sciopero della fame in carcere.
"Cercano di alimentarlo per via naturale, spingendolo a mangiare alimenti morbidi o qualsiasi cosa senta di riuscire a mangiare. La situazione psicologica è devastante, gli ho detto di continuare a lottare perché la battaglia, quella vera, non è ancora cominciata – ha ribadito Bartolucci ai microfoni della trasmissione Tv Ore 14 -. Non può arrendersi adesso e sinceramente vedo in lui una volontà di mollare a questo punto. È determinato a lasciarsi andare. Io mi auguro che non succeda l'irreparabile, altrimenti chi l'ha spedito lì dentro per me è moralmente responsabile e deve avere Louis sulla coscienza".
La donna ha risposto alle domande dei giornalisti all'uscita dell'ospedale dopo il ricovero di Dassilva. Ai microfoni della trasmissione Tv, Bartolucci ha affermato di aver saputo delle sue condizioni di salute tramite social. "È vergognoso che in uno stato di diritto le notizie arrivino a parenti e legali difensori tramite social. Ieri qualcuno ha pubblicato un post dal quale risultava che Louis era ricoverato in ospedale. Peccato che familiari e avvocati non ne avessero idea. Nessuno dell'istituto carcerario si era preso la briga di avvisarci. I parametri adesso non sono ottimali. È doloroso, nessuno dovrebbe vedere un suo caro che si sta lasciando andare". "La verità deve uscire – ha continuato Bartolucci – mio marito non è un assassino, non deve stare in carcere e non deve lasciarsi morire per la paura di pagare per un crimine che non ha commesso".