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Picchia la figlia per anni, papà assolto dal giudice: “Botte per salvarla dalla droga”

Per il giudice l’intento dell’uomo era sottrarre la figlia dal tunnel della tossicodipendenza e le continue liti in casa avevano portato anche ad aggressioni da parte della figlia al padre. Per questo il genitore è stato assolto dal reato di maltrattamenti perché “il fatto non sussiste”.
A cura di Antonio Palma
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Agiva in modo violento per sottrarre la figlia dalla tossicodipendenza e per via della frustrazione per non essere riuscito ad allontanare la ragazza da quell’inferno” così un giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce ha assolto un padre salentino accusato di maltrattamenti per aver ripetutamente picchiato a sangue e con violenza in casa la figlia e la moglie, che cercava di difendere la giovane.

La vicenda vede come protagonista una famiglia residente nel sud della provincia di Lecce che, come racconta il Quotidiano di Puglia, si è ritrovata al centro di un procedimento giudiziario dopo l’intervento delle forze dell’ordine in casa per sedare l’ennesima lite tra padre e figlia in cui era stata coinvolta anche la donna.

Da quell’intervento, nell’estate dello scorso anno, era partita la denuncia querela della ragazza nei confronti del padre, poi però ritirata, e la scoperta di una situazione famigliare al limite con continue violenze verbali e fisiche. Atteggiamenti che sarebbero andati avanti per anni tra le mura domestiche ma che nessuno aveva mai denunciato. L’inchiesta della Procura che ha portato al processo per l’uomo, racconta di un clima di violenze che andava avanti da lungo tempo e sarebbe proseguito anche nei mesi successivi all’intervento dei carabinieri con bastonate, schiaffi e minacce con coltelli alla mano.

Comportamenti che però, secondo il giudice, sarebbero frutto della frustrazione dell’uomo per non essere riuscito nel tempo a portare via la ragazza dalla droga e per evitare che rubasse soldi in casa per comprare stupefacenti. “Dalla deposizione dibattimentale delle persone offese è emerso chiaramente come l’atteggiamento aggressivo serbato dall’uomo nei loro confronti fosse dovuto al suo intento di sottrarre la figlia dal tunnel della tossicodipendenza in cui ella era caduta ed alla sua frustrazione per non esservi riuscito negli anni” scrive il giudice, ricordando che il clima di violenze era anche in danno dello stesso padre.

“È la stessa imputazione a descrivere la verificazione di diverse aggressioni armate da parte della figlia e della moglie nei confronti dell’odierno imputato, a colpi di bastone e coltello” scrive infatti il giudice che ha assolto l’uomo con formula piena per il reato di maltrattamenti in famiglia perché “il fatto non sussiste”. Per il giudice, dunque, nella famiglia non sembrano essersi originati un “continuo e costanti patimento e sofferenza psichica e fisica” e “quello stato di soggezione e prostrazione tali da rendere la convivenza insostenibile". Lo stesso giudice ha dichiarato il non doversi procedere invece per il reato di lesioni dopo il ritiro della querela da parte della figlia dell’imputato.

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