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Covid 19

Piacenza, vaccini e tamponi falsi in cambio di 250 euro: arrestata infermiera

Un’infermiera dell’Asl di Piacenza è stata tratta in arresto dai carabinieri per aver fatto ottenere a 23 persone dei Green Pass falsi in cambio del pagamento di una somma tra i 250 e 300 euro.
A cura di Davide Falcioni
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Un'infermiera dell'Asl di Piacenza è stata tratta in arresto dai carabinieri per aver fatto ottenere a 23 persone dei Green Pass falsi in cambio del pagamento di una somma tra i 250 e 300 euro. La donna, che a quanto si apprende non era una no-vax ma regolarmente vaccinata, è in carcere con l'accusa di corruzione e falso. In manette insieme a lei anche un suo collaboratore che le procacciava i clienti, che sembra si rivolgessero a una farmacia della città dove l'infermiera prestava servizio. L'indagine è partita da un esposto proprio dell'Ausl ed è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo coordinati dalla Procura della Repubblica di Piacenza.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini l'infermiera iniettava soluzioni fisiologiche anziché vaccino anti-Covid e faceva risultare positivi i tamponi per garantire falsi Green pass ad amici e conoscenti No Vax. La professionista, dipendente dell’Ausl di Piacenza, operava come volontaria all’interno dell’Hub vaccinale dell’ex Arsenale di Piacenza dove – secondo le accuse – accompagnava le persone, contrarie alla vaccinazione, raccontando ai colleghi di doverle vaccinare di persona perché si fidavano solo di lei. In realtà iniettava loro soluzione fisiologica in cambio di 250 euro. I colleghi si sono insospettiti e hanno segnalato l'anomalia ai dirigenti sanitari, che hanno interdetto l’accesso dell’infermiera all’hub. La donna non ha però interrotto l’attività e, collaborando con una farmacia della città, ha cambiato il proprio modo di operare, eseguendo tamponi che faceva risultare positivi anche quando erano negativi così da garantire il Green pass ai compiacenti clienti. Ventitré persone con il Green pass ottenuto illegalmente sono state denunciate con l’accusa di corruzione in concorso. Le indagini sono partite dalla segnalazione alla Procura della Repubblica da parte dell’Ausl e grazie alla segnalazione della parente di una persona ricoverata in gravi condizioni, in terapia sub-intensiva all’ospedale di Piacenza, che risultava essere vaccinata ma che in realtà si era rivolta alla donna per ottenere le "finte" dosi.

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