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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Perché quello che ha visto il testimone Muschitta sull’omicidio di Chiara Poggi venne giudicato inattendibile

“Io ho detto quello che ho visto”: l’operaio Marco Muschitta ai carabinieri aveva detto cosa aveva visto fuori dalla villetta di Garlasco il giorno del delitto di Chiara Poggi. La sua testimonianza venne considerata del tutto inattendibile dalla giustizia: ecco cosa era successo.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
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In questi mesi in cui si è tornati a indagare sul delitto di Garlasco rispuntano anche le intercettazioni di alcune chiamate nei giorni successivi il delitto. Si tratta anche di audio e messaggi del 2007, e degli anni successivi, di persone vicine a Chiara Poggi: tutto è già finito al setaccio ci accertamenti e verifiche da parte di investigatori e inquirenti. Nulla è mai stata così determinante da portare a processo un'altra persona oltre ad Alberto Stasi, unico condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio della sua fidanzata.

A distanza di 18 anni dal delitto spunta ancora l'audio del 17 luglio 2022 tra l’ex maresciallo Francesco Marchetto e Alfredo Sportiello, il responsabile della Asm di Vigevano che gestiva i compiti di Marco Muschitta. Facciamo prima un passo indietro, chi è Muschitta?

È il testimone, risultato poi non attendibile, che ha raccontato di aver visto una ragazza in bicicletta allontanarsi dalla villetta di via Pascoli il giorno del delitto con un oggetto da camino in mano. Puntando il dito contro una delle due cugine di Chiara Poggi, ovvero Stefania Cappa. Le sue parole gli erano costate un processo per calunnia contro la gemella ma venne prosciolto. Muschitta ancora oggi però è considerato del tutto inattendibile dalla giustizia. In questi anni infatti le indagini non confermarono mai la presenza della cugina di Chiara Poggi nella villetta di Garlasco il giorno del delitto, ovvero il 13 agosto 2007. Stefania Cappa non fu mai indagata.

Muschitta, che faceva l'operaio, aveva raccontato tutto agli inquirenti per poi però ritrattare: "Mi sono inventato quello che vi ho raccontato perché sono uno stupido". Ma come riporta in un articolo Il Tempo, poco dopo era stata intercettata una testimonianza tra l'operaio e suo padre. Il genitore gli avrebbe detto: "Per proteggerti, loro ti hanno fatto fare quella roba lì. Per me hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Non ti devi pentire. Tu hai detto quello che sapevi…Ma tu hai detto la verità?". E Muschitta avrebbe detto: "Certo, io ho detto quello che ho visto, se poi volete". Resta il fatto che in tutti questi anni la sua testimonianza non era mai stata considerata rilevante a fine delle indagini.

Ecco quindi la conversazione intercettata tra l’ex maresciallo Francesco Marchetto (ovvero uno dei primissimi carabinieri a entrare nella villetta di Garlasco) e Alfredo Sportiello, il responsabile della Asm di Vigevano che gestiva i compiti di Marco Muschitta. Il primo riferendosi all'operaio spiega: "È un quaquaraquà, non è un uomo…sicuramente l’han minacciato…per via di quelle due ragazze lì, è sicuro…poi magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto". Tutti in questi 18 anni vennero ascoltati, ma seppur in un primo momento Muschitta aveva detto di essere convinto di quello che aveva visto poi ritrattò tutto. La sua testimonianza così non venne mai presa in considerazione. Così come allora, così come oggi.

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