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Conclave, elezione del nuovo Papa

Perché Pizzaballa, il cardinale che si offrì come ostaggio ad Hamas, difficilmente diventerà Papa

Pizzaballa ha appena 60 anni, è più giovane di un decennio rispetto agli altri candidati considerati favoriti e potrebbe giocarsi le sue carte anche in un futuro Conclave.
A cura di Davide Falcioni
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Pierbattista Pizzaballa.
Pierbattista Pizzaballa.
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Prima del 7 ottobre 2023 il nome di Pierbattista Pizzaballa era noto soprattutto tra gli "addetti ai lavori": francescano di 60 anni, ordinato sacerdote nel 1990, a 25 anni si trasferì dalla provincia di Bergamo a Gerusalemme e lì, in Terra Santa, è diventato nel corso del tempo una delle voci più autorevoli e ascoltate non solo dai Cattolici, ma anche da Ebrei e Musulmani: un vero e proprio punto di riferimento per chi crede nel dialogo interreligioso e nella pace nel martoriato Medio Oriente.

La figura di Pizzaballa è emersa nel panorama internazionale in modo inatteso, proprio nei giorni immediatamente seguenti al 7 ottobre. Nove giorni dopo l'attacco di Hamas a Israele, e ad appena due settimane dalla nomina cardinalizia, Pizzaballa fece un’offerta clamorosa: si dichiarò disposto a offrirsi in cambio dei bambini israeliani rapiti dal gruppo islamista palestinese. "Se può servire alla loro liberazione, io ci sono", disse, in un intervento che lasciò il mondo sorpreso e commosso. Una risposta che oggi però lui stesso definisce ingenua, anche se profondamente sincera. "Non mi aspettavo quella reazione. Bellissima nel mondo, ma in Palestina no", racconta alla CNN. "Mi chiesero: perché solo i bambini israeliani? La mia risposta fu: anche per quelli palestinesi sono pronto. Nessun problema".

Nei mesi e anni a seguire Pizzaballa ha dato prova concreta del suo impegno per la pace ed ha più volte criticato duramente il massacro di Israele a Gaza con parole che, non a caso, lo hanno inviso al governo di Tel Aviv; dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta nel giorno del suo sessantesimo compleanno, il nome del cardinale di Gerusalemme è emerso come uno dei possibili favoriti al ruolo di Pontefice proprio per la sua continuità con Bergoglio, con cui condivideva la vicinanza ai poveri e il sostegno alla pace, anche in un contesto geopolitico sempre più turbolento. "Fede e potere non vanno d’accordo", afferma oggi Pizzaballa. "Se vuoi essere un leader religioso libero, devi essere indipendente da ogni forma di potere: politico, economico, sociale". In verità, però, gli ostacoli sembrano essere altri, a partire dalla sua giovane età: ha appena 60 anni, è più giovane di un decennio rispetto agli altri candidati considerati favoriti e potrebbe giocarsi le sue carte anche in un futuro Conclave.

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Durante i mesi di conflitto, Pizzaballa ha visitato Gaza due volte. "Un impatto emotivo fortissimo" racconta. "Abbiamo perso tutto: fiducia, relazioni, case, lavoro… il futuro". La sua comunità cattolica a Gaza è stata duramente colpita, ma lui non ha mai smesso di portare aiuto e speranza. Acquistava cibo dai musulmani di Gerusalemme, lo conservava tramite un’azienda ebraica e lo distribuiva ai cristiani assediati nella Striscia.

In lui convivono contraddizioni solo apparenti. Parla ebraico fluente, discute di teologia su YouTube con rabbini ortodossi, vive a stretto contatto con ebrei e musulmani. "Uno dei problemi di oggi è che tendiamo a disumanizzare l’altro. Ma l’altro resta un essere umano, chiunque esso sia".

Il nome di Pizzaballa è ora tra quelli che circolano nei palazzi vaticani, in un Conclave che dovrà decidere se dare continuità al lavoro di Francesco o cambiare rotta. Al momento della partenza per Roma, amici e collaboratori lo hanno salutato con un canto di benedizione in arabo: "Signore, guida i suoi passi con saggezza, riempi il suo cuore con lo spirito…".

Lui, come sempre, ha evitato ogni sentimentalismo. Ha chiesto preghiere, ha sorriso, ed è salito in auto con un semplice saluto: “Ci vediamo presto”.

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