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L'omicidio di Alice Neri

Perché il marito di Alice Neri ha deciso di lasciare il processo per omicidio: “Troppo dubbi su Gaaloul”

Nicholas Negrini, il marito di Alice Neri, trovata morta carbonizzata nella sua auto a Fossa di Concordia nel 2022, si è ritirato dal processo a carico di Mohamed Gaaloul, presunto assassino della donna. A Fanpage.it l’avvocato dell’uomo, l’ex pm Antonio Ingroia, ha spiegato i motivi dietro alla decisione.
A cura di Eleonora Panseri
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Alice Neri e il marito.
Alice Neri e il marito Nicholas Negrini.
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È stata inaspettata la decisione di Nicholas Negrini, marito di Alice Neri, di ritirarsi come parte civile dal processo che vede come unico imputato Mohamed Gaaloul, presunto assassino della donna.

Il marito della 32enne, trovata morta carbonizzata nel 2022 nella sua auto a Fossa di Concordia, nel Modenese, ha deciso di uscire dal procedimento durante l'ultima udienza ed ha chiesto che vengano fatte nuove indagini sul caso.

"Diciamo che c'erano delle perplessità già in una prima fase, tanto che nel corso delle indagini preliminari avevamo depositato una memoria dando suggerimenti che noi ritenevamo andassero riferiti. La Procura è andata avanti, dopodiché ci sono stati il rinvio a giudizio e il processo", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato di Negrini, l'ex pm Antonio Ingroia. 

"Noi abbiamo deciso comunque di costituirci parte civile per dare un contributo all'accertamento della verità nel corso dell'istruttoria dibattimentale ma anche con l'auspicio di verificare se alla fine emergessero fatti, prove, elementi che ci convincessero del contrario", ha aggiunto.

"Ieri eravamo insieme alla fine del processo, abbiamo tirato le somme e abbiamo concluso che non c'è niente di nuovo. Anzi, nel dibattimento, secondo me, si è ulteriormente frantumato, diciamo, l'impianto probatorio o presunto tale formulato dalla Procura. E quindi abbiamo tratto le nostre conclusioni".

Durante l'udienza, il legale ha insistito sulla pista del "terzo uomo" che non sarebbe mai stata adeguatamente approfondita. Non sono invece dello stesso avviso la madre e il fratello di Alice Neri che ritengono sia stata fatta una ricostruzione chiara e puntuale dalla Procura. Il pubblico ministero ha chiesto 30 anni di carcere per omicidio e soppressione di cadavere.

Quando chiediamo al legale di spiegarci i possibili scenari futuri, Ingroia risponde: "Noi ormai siamo usciti dal processo. E, quindi, come abbiamo detto nelle nostre conclusioni finali, sempre nel massimo rispetto della decisione che prenderà la Corte d'Assise, faremo le nostre valutazioni".

"Se la Corte dovesse condividere i nostri dubbi e le nostre perplessità assolvendo Gaaloul, abbiamo chiesto che trasmetta gli atti alla Procura per riaprire le indagini. In quel caso cercheremo ancora una volta di fare da stimolo alla Procura".

"Nel caso in cui invece la Corte d'Assise dovesse ritenere che le prove ci sono e che va condannato, leggeremo le motivazioni rispettando la sentenza e poi faremo ulteriori considerazioni", conclude.

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