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Per l’infettivologo Andreoni “senza mascherine e distanze l’Italia rischia la fine del Regno Unito”

Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), a Fanpage.it: “Il Covid corre maggiormente tra gli adolescenti. In Italia curva stabile, ma ieri più casi perché facciamo molti tamponi. Regno Unito? Se rinunciamo alle regole di contenimento che conosciamo può succedere anche da noi, con il rischio che emerga qualche nuova variante che può creare problemi”.
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A cura di Ida Artiaco
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"Gli ultimi numeri sembrerebbero indicare che l'infezione corre maggiormente tra gli adolescenti. Attenzione a quello che sta succedendo nel Regno Unito: senza mascherine e distanziamento anche in Italia potrebbe esserci una nuova impennata di casi, considerando anche la nuova variante Delta Plus". Così Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che ha fatto a Fanpage.it il punto della situazione Covid in Italia e in Europa, tracciando prima di tutto il ritratto dei soggetti che oggi sono a maggior rischio di essere infettati.

Professor Andreoni, chi è che si contagia di più oggi in Italia?

"Sono persone abbastanza giovani rispetto a quelle che abbiamo visto nella fasi precedenti della pandemia. L'ultimo dato che ho visto dell'Iss mostrava come il gruppo dei 12-19enni fosse diventato per incidenza quello nel quale c'è il maggior numero di casi. Il trend si sta evidentemente spostando su persone più giovani e questo è motivato sostanzialmente dal fatto che proprio in questa classe d'età abbiamo meno vaccinati rispetto alle altre. Ma si può aggiungere anche l'effetto scuola, anche se sembra che in questo momento non siano segnalati in Italia importanti cluster a livello scolastico. Stiamo comunque ragionando su pochi casi. Ma questi piccoli numeri sembrerebbero indicare che l'infezione corre maggiormente tra gli adolescenti".

Cosa ci può dire invece sui decessi?

"La gravità della malattia incide molto sulle persone a rischio, più fragili. E gli adolescenti, anche se si contagiano di più, lo sono di meno. Non ci sono molti casi gravi, i decessi rimangono numericamente costanti nonostante piccole variazioni giornaliere ma non particolarmente rilevanti. Certamente la mortalità interessa i soggetti più anziani. C'è un discorso un po' complicato rispetto alle vittime. Se si guardano i decessi di soggetti al di sopra degli 80 anni la numerosità tra vaccinati e non vaccinati è virtualmente identica. Ma l'effetto benefico del vaccino si vede, in termini generali, perché c'è riduzione di 13 volte del rischio di morte tra chi non vaccinato e chi invece è vaccinato".

La curva dei contagi è dunque stabile. Ma soprattutto nel Regno Unito le cose stanno cambiando….

"In Italia siamo su poche migliaia di casi al giorno, abbastanza stabili. I numeri di ieri, quando è stato registrato un leggero aumento, sono legati con ogni probabilità al fatto che stiamo facendo molti più tamponi con l'obbligo del Green pass a lavoro. Inevitabilmente avremo cifre più alte. L'impennata che invece osserviamo nel Regno Unito mostra, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, che accanto alla vaccinazione, che sappiamo dare una protezione nei confronti dell'infezione più o meno all'80%, se noi non manteniamo ancora le misure di contenimento, il virus continua a circolare. A maggior ragione nelle situazioni di rischio dobbiamo usare la mascherina, sia quando siamo nei luoghi chiusi ma anche quando siamo all'aperto se ci troviamo in presenza di un assembramento. Se rinunciamo a queste regole succede quello che è successo in Gran Bretagna con il rischio che emerga qualche nuova variante che può creare problemi".

Il professor Massimo Andreoni.
Il professor Massimo Andreoni.

A proposito, cosa sappiamo di questa variante AY.4.2 emersa in Uk e quanto dobbiamo preoccuparci?

"La chiamano anche variante Delta Plus. È un sottotipo della variante Delta, che in qualche modo ha fatto una ulteriore piccola mutazione. Al di là di quello che sarà il significato di questa variante, in questo momento non sembrerebbe aver preso il predominio in Inghilterra, si parla tra il 6 e il 10%, per cui dobbiamo aspettare nei prossimi giorni e vedere se diventerà variante di interesse e se riuscirà a scalzare la Delta. Soprattutto, dovremo capire come si comporta nei confronti dell'immunità data dai vaccini. È comunque un campanello di allarme ed è ciò che dobbiamo assolutamente evitare, in questo senso devo dire che la politica inglese sta scegliendo una strategia sbagliata di gestione della pandemia perché permette la circolazione del virus in modo indiscriminato e questo è molto pericoloso".

È pur vero però, come ha sottolineato il governo inglese, che gli ospedali non sono ancora sotto stress…

"Aspettare che circoli una variante che metta in difficoltà il sistema ospedaliero è una strada che una volta intrapresa è difficile da fermare. Noi dobbiamo evitare che si arrivi a questo. Quella che sta circolando in questo momento è una variante che non determina un grande aumento delle ospedalizzazioni ed è un fatto positivo, ma se ciò viene meno può essere troppo tardi, così come diventa troppo tardi tornare indietro. La variante inglese è già arrivata in Italia una volta e sarebbe un errore farne arrivare un'altra. Queste non condivisioni di una strategia che sia globalizzata è un grave rischio. Io credo che chi torna da zone in cui c'è alta endemia in questo momento dovrebbe essere sottoposto a misure a protezione della collettività come la quarantena. Da una parte c'è la responsabilità del singolo e dall'altra c'è quella di chi deve amministrare la salute pubblica e che dovrebbe intervenire".

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