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Pazienti psichiatriche senza cibo e insultate: “Sei grassa, puzzi”, l’orrore nella struttura di Jesi

Le indagini hanno fatto emergere un quadro da incubo: ospiti di una struttura riabilitativa residenziale di Jesi (Ancona) affette da patologie psichiatriche avrebbero subito maltrattamenti e anche abusi da parte dei due gestori. Arrestati marito e moglie.
A cura di Susanna Picone
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Alcuni giorni fa un uomo e una donna, marito e moglie responsabili di una struttura riabilitativa residenziale privata di Jesi (Ancona), sono stati posti ai domiciliari per aver abusato dei pazienti psichiatrici ospitati nella loro struttura.

I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona e del Commissariato di Fabriano hanno prima tratto in arresto lui, un 86enne, colto in flagranza del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una donna affetta da gravi patologie psichiatriche. Secondo l'ipotesi investigativa, da circa un anno l’uomo avrebbe molestato e abusato sessualmente non solo quella donna, ma anche altre ospiti della struttura.

La moglie, ex assistente sociale del centro di salute mentale di Jesi, è stata sottoposta a misura cautelare per maltrattamenti aggravati e lesioni aggravate. Entrambi respingono le accuse ma ci sarebbero cimici e videocamere che li inchiodano.

L'indagine che ha portato agli arresti trae origine da una segnalazione indirizzata alla Procura della Repubblica, nella quale si segnalavano gravi fatti all'interno della residenza di Jesi, raccontati da una paziente. Paziente che aveva parlato di un utilizzo scarsissimo del riscaldamento in inverno, di lucchetti alle finestre e porte chiuse a chiave di notte, di punizioni con sottrazioni di cibo e a volte calci e pugni, da parte dei gestori della struttura.

E non sarebbero mancate le offese: alle ospiti della struttura, è quanto emerso nel corso delle indagini, marito e moglie si sarebbero rivolti con parole quali "grassa, handicappata, puzzi come una latrina, matta, scema". Una donna sarebbe stata presa per un orecchio con una violenza tale da portarle via una porzione di pelle e rendere necessaria l’applicazione dei punti.

Un’altra disabile che non voleva mangiare si sarebbe ritrovata nel piatto un pannolone sporco. I coniugi sono difesi dall’avvocato Alessia Barcaglioni.

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