150 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Pasta al forno a scuola, studenti puniti: il caso divide il web, la nutrizionista assicura: “Male non fa”

La nutrizionista dichiara che “si può mangiare una pasta al forno ogni tanto”, anche a ricreazione. In merito alla vicenda dei dieci studenti di Andria che rischiano una sospensione per aver consumato un pasto cotto e calorico in aula, abbiamo chiesto alla specialista, quali sono i rischi connessi al divieto di somministrazione di cibi cotti nelle scuole .
150 CONDIVISIONI
Immagine

La pandemia ha modificato totalmente il nostro stile di vita. La qualità del sonno, le relazioni sociali e l’alimentazione. La manipolazione a scuola, di alimenti cotti, ad esempio, è stata proibita. Galeotta, dunque, la pasta al forno consumata dagli alunni del Liceo Colasanto di Andria. Forse costerà loro una sospensione e, giusto o sbagliato che sia il provvedimento, ci si domanda quanto invece sia corretto, alle 10.00 di mattina abbuffarsi di sugo, polpettine e pasta all’uovo. La nutrizionista: “Ogni tanto non fa male”.

La vicenda è stata servita ieri calda di giornata. Dieci studenti del liceo Colasanto di Andria, sono a rischio sospensione per aver consumato in aula, durante la ricreazione, la pasta al forno portata da casa. Il dirigente scolastico, Antonino Strazzeri, avvisato dai docenti, è intervenuto per interrompere il banchetto, tutt’altro che frugale, e ha ammonito gli alunni:"È questo un luogo deputato all’insegnamento e non alla consumazione di pasti caldi che è impossibile consumare in 10 minuti di ricreazione, compromettendo anche la fase digestiva. Al Colasanto non è previsto il rientro ed è ingiustificata l’introduzione di cibi caldi dall’esterno e di incerta provenienza”.

Dal loro rientro a scuola, i ragazzi, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno il divieto di manipolare cibi cotti. Questo implica, necessariamente un aumento di quelle abitudini malsane che, per un certo periodo della nostra vita, abbiamo avuto in tanti: l’acquisto di snack dal distributore. Iper salati, super dolci, calorici e grassi. Secondo la nutrizionista Giulia D’autilia così facendo si rischiano sindrome metabolica, diabete e problemi di colesterolo. Seguendo le regole dettate dalle misure sanitarie anti-covid, l’alternativa ai distributori automatici, non restano che la frutta e le classiche pagnotte, compagne di anni di scuole e di università. Il problema però, dal punto di vista nutrizionale, esiste lo stesso, perché come ci dice la dottoressa: “Tra una pasta al forno e un panino col salame, non c’è differenza”.

Si può replicare, allora, al preside di Andria, Strazzeri, che ha rimproverato gli alunni di rallentare la fase digestiva consumando la lasagna, che non esistono cibi nocivi in assoluto. Tutto dipende da quante volte ne facciamo uso. “Non succede nulla se per una volta a ricreazione si decide di consumare anche un pasto così pesante, come la pasta al forno – afferma la nutrizionista – il punto cardine dell’alimentazione non riguarda il tipo di pasto, ma la frequenza”. Un problema allora, più di educazione alimentare quello degli studenti di Andria. Essere accorti e istruiti al mangiare sano e bene, non solo a scuola, ma soprattutto a casa, perchè, come dice la dottoressa, “Se un ragazzo di 14 anni si ciba di un piatto così nutriente a ricreazione, è un soggetto che nella vita non mangia sano mai”.

150 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views