Parigi nega l’estradizione degli ex terroristi in Italia: tra loro anche Pietrostefani

I dieci ex terroristi italiani arrestati nell'aprile dello scorso anno in Francia non saranno estradati in Italia. Lo ha deciso la Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi che ha così negato l'estradizione richiesta dal nostro Paese: tra loro anche l'ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Calabresi.

Tutti presenti in aula, tranne il settantottenne Pietrostefani, il più anziano dei dieci e in condizioni precarie di salute. Tutti, otto uomini e due donne, di età compresa fra i 61 e i 78 anni, si sono rifugiati in Francia a partire dagli anni '70 in seguito alle accuse di reati legati al terrorismo nei cosiddetti "Anni di piombo".
Nei mesi scorsi ci sono state numerose udienze che si sono concluse sempre con rinvii in modo tale da consentire l'invio dall'Italia di materiale relativo alle condanne penali. Una volta completati tutti i dossier, la parola è passata alla giustizia francese che ha così deciso di respingere la richiesta dell'Italia. La Corte nell'emettere il verdetto ha fatto riferimento agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

I primi arrestati lo scorso anno nell'ambito dell'operazione "Ombre Rosse" sono stati Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, delle Brigate Rosse, Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Poi Luigi Bergamin, ex militante dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo), e Raffaele Ventura, condannato per l'omicidio del vice brigadiere Antonino Custra nel 1977 a Milano, si sono costituiti successivamente.
Alla lettura della sentenza, un gruppo di italiani guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, ha gridato "assassini!'. Del gruppo, che aveva srotolato uno striscione di protesta davanti al palazzo di Giustizia prima dell'udienza, fanno parte anche il sindaco di Telgate, in provincia di Bergamo, comune di origine di Narciso Manenti, e rappresentanti dell'associazione carabinieri di Bergamo intitolata a Giuseppe Gurrieri, l'appuntato ucciso nel 1979 da Manenti.

“Francia e Italia avevano una volontà comune, hanno fatto un accordo politico sull’estradizione di queste persone, ma la giustizia oggi ha dimostrato di essere indipendente dalla linea politica del governo”, le parole di Jean-Louis Chalanset, avvocato di Enzo Calvitti, uno degli ex capi della colonna romana delle Brigate Rosse. Ora la procura francese ha cinque giorni di tempo per fare ricorso in Corte di cassazione.
Come ha spiegato nei giorni scorsi un legale della difesa, lo Stato francese ha 4 mesi di tempo per eseguire la decisione e lo Stato che l'ha richiesta ha due mesi di tempo per ricorrere se non viene eseguita. Se questo non viene fatto, la questione è archiviata e solo se succedono fatti nuovi si può richiedere l'estradizione.