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Papa Francesco: “La ricchezza è lo sterco del diavolo, le relazioni valgono più delle cose”

L’esortazione di Papa Francesco all’Angelus domenicale da Piazza San Pietro: “‘Fatevi degli amici con la ricchezza’. È un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La ricchezza può spingere a erigere muri, creare divisioni e discriminazioni. Gesù, al contrario, invita i suoi discepoli ad invertire la rotta: ‘Fatevi degli amici con la ricchezza'. È un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus domenicale da Piazza San Pietro commentando la parabola contenuta nel Vangelo di questa domenica, che ha come protagonista un amministratore "furbo e disonesto che, accusato di aver dilapidato i beni del padrone, sta per essere licenziato".

"Gesù presenta questo esempio non certo per esortare alla disonestà, ma alla scaltrezza. Infatti sottolinea: ‘Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza', cioè con quel misto di intelligenza e furbizia, che ti permette di superare situazioni difficili. La chiave di lettura di questo racconto sta nell'invito di Gesù: "Fatevi degli amici con la ricchezza, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne'. La ‘ricchezza disonesta' è il denaro – detto anche ‘sterco del diavolo' – e in generale i beni materiali".

"Nella vita, infatti, – ha aggiunto il Pontefice – porta frutto non chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie attraverso le diverse ‘ricchezze', cioè i diversi doni di cui Dio l'ha dotato. Ma Gesù indica anche la finalità ultima della sua esortazione: ‘Fatevi degli amici con la ricchezza, perché essi vi accolgano nelle dimore eterne'. Ad accoglierci in Paradiso, se saremo capaci di trasformare le ricchezze in strumenti di fraternità e di solidarietà, non ci sarà soltanto Dio, ma anche coloro con i quali abbiamo condiviso, amministrandolo bene, quanto il Signore ha messo nelle nostre mani".

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