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Paolo Scaroni, tifoso reso invalido dalla polizia: “Aspetto giustizia da 8 anni”

Per la sentenza di primo grado del Tribunale di Verona a pestare l’ultras, nel settembre 2005, dopo la partita tra Hellas e Brescia, furono sicuramente dei poliziotti. Ma tutti gli agenti imputati sono stati assolti e il ragazzo oggi, immobile nella sua casa di Castenedolo, aspetta ancora un risarcimento.
A cura di Biagio Chiariello
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Paolo Scaroni non dimenticherà mai quel 24 settembre del 2005. Lui, tifoso del Brescia, all'epoca 28enne, quel giorno fu ridotto in fin di vita alla stazione di Verona da alcuni poliziotti. A stabilirlo lo scorso gennaio è stata la sentenza di primo grado del Tribunale scaligero che però non ha accolto la richiesta di condanna a otto anni formulata dal pm per gli 8 agenti della celere di Bologna imputati di averlo caricato e pestato (Luca Iodice, Antonio Tota, Massimo Coppola, Michele Granieri, Bartolomeo Nemolato, Ivano Pangione, Giuseppe Valente e Leonardo Barbierato). Quel giorno, dopo la partita con l'Hellas, la stazione era colma di poliziotti, 300 circa, impossibile individuarli uno per uno.

 Un drammatico fatto di cronaca quello che vide protagonista l'ultras bresciano che avvenne la sera prima dell’omicidio di Federico Aldrovandi a Ferrara. A distanza di 8 anni, Il Fatto Quotidiano ha intervistato quell'uomo, oggi invalido al 100%: ”Patrizia Moretti, la madre di Federico, me lo dice sempre: io posso essere quella voce che altri non hanno più”. Paolo era un allevatore di tori. Oggi non può far altro che rimanere immobile nella sua casa di Castenedolo dove abita con la moglie.

La diagnosi dei medici non lasciava scampo ”Trauma cranio cerebrale. Frattura affondamento temporale destra. Voluminoso ematoma extradurale temporo parietale destro”. Angoscioso fu il frangente subito dopo il pestaggio ”Il medico legale si spaventò perché nonostante fossi in fin di vita non avevo un livido nel corpo. Avevano picchiato solo in testa”. Paolo ricorda con rabbia i momenti del processo: "C’è stato persino un poliziotto che testimoniò di avermi visto prendere a testate un vagone” dice nell'intervista al Fatto. Ma è stato grazie ad una poliziotta che lavorava alla questura di Verona che, tenace, è riuscita a gettar luce sulla vicenda e, dopo due richieste di archiviazione da parte della magistratura e anni di indagini, a portare i poliziotti alla sbarra. ”Nonostante il clima creato intorno a lei da parte dei colleghi è riuscita a ricostruire quello che è successo quel giorno”, dice Scaroni che spera ancora in un risarcimento, dopo che un giudice ha detto che quello fu un ”pestaggio gratuito”.

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