Palermo: uomo di 51 anni trovato a letto con la figliastra di 11. Consumavano un rapporto intimo
Un uomo di 51 anni è stato trovato dalla polizia insieme alla figlia di 11 anni della fidanzata in camera da letto mentre "consumava un rapporto intimo". Nell'appartamento era presente anche la madre della bambina. Le indagini sono state coordinate dalla procura di Termini Imerese, diretta da Ambrogio Cartosio.
I disagi della vittima erano venuti a galla a scuola. Gli insegnanti – riferiscono gli investigatori – hanno saputo cogliere la situazione di disagio emotivo da parte dell’allieva segnalando il caso agli agenti del commissariato di Bagheria. Sia l’uomo che la donna sono stati arrestati e portati nel carcere del Pagliarelli. La bimba vittima della violenza sessuale è stata affidata al padre, separato dalla madre e residente in un altro comune.
Le indagini sono state svolte dagli agenti del commissariato di Bagheria che tenevano sotto controllo l'abitazione ed avevano sistemato delle telecamere in casa della coppia. L'epilogo della vicenda è stato rapidissimo. Adesso si dovrà accertare se le violenze si sono ripetute nel
tempo.
Telefono Azzurro: "Un abuso sui minori ogni tre giorni"
Una recente ricerca del Telefono Azzurro ha rivelato che nel 2017 mediamente ogni tre giorni si è verificato un caso di abuso sessuale su minori. Nel 40 per cento dei casi la vittima aveva meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine. Il 70% degli abusi consiste in vere e proprie violenze sessuali, palpeggiamenti (21,7%), stupri (l'8,6%), costrizioni ad assistere ad atti sessuali (4,4%). Secondo l'associazione una vittime su tre tuttavia resta in silenzio per paura, vergogna o senso di colpa e molte denunciano troppo tempo dopo, anche 20 o 30 anni dopo l'accaduto. "Capita che i bambini chiedono aiuto per altri perché le vittime hanno paura di esporsi – ha commentato Ernesto Caffo, presidente del Telefono Azzurro, al convegno ‘Abuso sessuale e Pedofilia: conoscere il fenomeno per rompere il silenzio' a Roma -. Parlare di queste cose tra coetanei è molto importante, senza avere paura dello stigma. L'abuso molte volte avviene sia in famiglia sia nella scuola, nelle realtà sportive, nelle comunità religiose. Questo vuol dire che dobbiamo formare gli adulti, gli educatori, a cogliere segnali precoci e saper aiutare le vittime. Trovare modalità di ascolto protette. Occorre far partire una campagna nazionale perché ci sia un passo avanti".