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Palermo, salma ricoperta di formiche nell’obitorio dell’ospedale Cervello

La salma di un uomo morto ieri sera di leucemia all’ospedale Cervello è stata trovata questa mattina dai suoi parenti ricoperta di formiche nella camera mortuaria del nosocomio. La direzione sanitaria si è scusata con la famiglia ed ha aperto un’indagine interna per chiarire cosa possa essere accaduto.
A cura di Davide Falcioni
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Come se non bastasse il dolore per la grave perdita i parenti di un uomo di 66 anni morto per una grave forma di leucemia questa mattina, entrando nella camera mortuaria, hanno trovato il volto del defunto ricoperto da centinaia di formiche: è accaduto all'ospedale Cervello di Palermo, dove l'uomo era stato ricoverato nel reparto di ematologia da otto giorni. Le sue condizioni sono precipitate ieri sera e intorno alla mezzanotte è deceduto. Quando questa mattina i suoi cari hanno raggiunto l'obitorio si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante: malgrado il locale fosse apparentemente pulito, infatti, sul corpo dell'uomo c'erano centinaia di formiche.

"Le salme nelle altre stanze no – hanno raccontato i parenti -, le abbiamo controllate per capire se fosse un problema della camera mortuaria. Ma sia la stanza dove c’era il nostro congiunto che le altre sono pulite. Gli insetti probabilmente erano annidati nelle lenzuola usate per avvolgerlo. E' inconcepibile. Non è degno di un paese civile e pretendiamo spiegazioni". La direzione dell’ospedale Villa Sofia Cervello ha aperto un'indagine interna per fare piena luce su quanto accaduto. “È un paziente deceduto a ematologia a mezzanotte e portato in camera mortuaria all'una – spiegano dal nosocomio – stamane i parenti l'hanno trovato ricoperto dalle formiche. L'azienda si scusa con i parenti per lo spiacevole fatto. Gli addetti questa mattina stessa si sono prodigati per rimediare”.

Tra le ipotesi quella che le formiche fossero annidate nelle lenzuola sulle quali è stato adagiato il corpo dell'uomo, o che fossero state present anche nella stanza in cui il 66enne era ricoverato. I parenti, profondamente turbati per quanto accaduto, spiegano che “da otto giorni non vediamo il nostro congiunto. A noi l'accesso è stato proibito per i protocolli anti Covid. Eravamo costantemente in contatto telefonico, ma nessuna visita di presenza".

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