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Palermo, raid punitivo contro bengalesi: aggressione a sfondo razziale, 11 arresti

Arrestate a Palermo undici persone che sarebbero responsabili di un raid punitivo a sfondo razziale. Devono rispondere delle accuse di rapina e lesioni, aggravate dall’odio razziale. Le indagini della Squadra Mobile hanno fatto luce su un episodio avvenuto pochi mesi fa, quando una banda di giovani fece irruzione in un market etnico e aggredì il titolare e alcuni suoi connazionali del Bangladesh.
A cura di Susanna Picone
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La polizia di Stato di Palermo ha eseguito all'alba di oggi, venerdì 21 febbraio, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti "di un nutrito gruppo di malviventi palermitani". Avrebbero aggredito selvaggiamente un gruppo di cittadini bengalesi. Gli arrestati – in totale si tratta di undici persone, due delle quali già in carcere – devono rispondere dei reati di rapina e lesioni, aggravate dall’odio razziale. L'inchiesta è stata condotta dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Zisa-Borgo Nuovo che – fanno sapere – "hanno chiarito dinamica e movente di un grave e cruento episodio, risalente a pochi mesi fa, quando una banda di giovani, armati di mazze da baseball e sedie, fece irruzione in un Market in via Casella e aggredì il titolare, cittadino del Bangladesh e gli avventori presenti, suoi connazionali". Le vittime vennero aggredite a calci e pugni e una di loro, trascinata nel retrobottega del negozio e malmenata, subì la rapina dell’anello che portava al dito.

Calci, pugni e insulti contro i cittadini bengalesi – Le indagini hanno accertato che tale violenza sarebbe scattata per portare a termine una spedizione punitiva contro un cittadino bengalese, colto per strada in un atteggiamento dagli arrestati ritenuto "inopportuno" e che per questo motivo era stato pesantemente redarguito oralmente. "La vittima subì calci e pugni, conditi da espressioni ed epiteti di disprezzo razziale. La violenza del gruppo si estese poi anche a gestore ed avventori, anch’essi bengalesi di un esercizio etnico ove la vittima aveva cercato rifugio", fanno sapere gli inquirenti, che hanno ricostruito la dinamica dell'aggressione.

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