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Palermo, neonato muore in clinica: “Le culle non entrano in ascensore”

La morte di un bambino e la denuncia di un medico del servizio di emergenza della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Villa Sofia Cervello: troppe carenze nella struttura, a cominciare dalla ridotta dimensione degli ascensori.
A cura di Susanna Picone
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A Palermo un neonato è morto dopo essere stato trasportato da una clinica privata al Policlinico e il caso ha spinto il medico del servizio di emergenza della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Villa Sofia Cervello a inviare una lettera aperta ai vertici ospedalieri per denunciare una serie di carenze nella struttura. A cominciare, ad esempio, dall’ascensore troppo piccolo che non permette l’ingresso della culla da trasporto “per cui è necessario smontare parte del carrello per accedere ai piani superiori, per poi rimontarlo prima di riporre la culla in ambulanza”. La vicenda di Palermo è stata denunciata dalla Cgil medici che attraverso il suo segretario regionale ha invitato l’assessorato alla salute “a vigilare sull’adeguatezza delle strutture sanitarie, pubbliche e private, al fine di mettere in sicurezza pazienti e operatori”.

“Non accettabile una struttura dove non entra la barella in ascensore” – Nella sua lettera aperta il medico spiega che già in altre occasioni è stato portato nell’ufficio accettazione un neonato in gravi condizioni che ha necessitato di immediata intubazione in loco “fortunosamente avvenuta con successo nonostante le condizioni ambientali assolutamente inadeguate”. Il medico scrive di sapere come in situazioni di emergenza, come per esempio in ambulanza, siano costretti a operare in condizioni di difficoltà ma non è ammissibile – a suo dire – “che ciò avvenga all’interno di strutture sanitarie convenzionate e non accettabile una struttura dove le dimensioni dell’ascensore non consentono l’ingresso di una barella”.

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