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Palermo, cancellata la preghiera per i malati davanti all’ospedale: “Attira troppa gente”

La preghiera lunga oltre cento metri, scritta a terra in dialetto siciliano e con vernice bianca davanti ai padiglioni del reparto di Oncologia dell’ospedale Civico di Palermo, è stata cancellata con vernice nera pochi giorni dopo che le foto dell’impresa sono diventate virali sui social. La decisione presa dalla direzione generale del nosocomio.
A cura di Antonio Palma
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Quella lunga preghiera apparsa di notte sulla strada che conduce verso il reparto di Oncologia dell’ospedale Civico di Palermo aveva emozionato e commosso centinaia di persone e dato speranza a decine di malati che ogni giorno si recano nella struttura sanitaria del capoluogo siciliano ma per le autorità non poteva rimanere non solo perché non era autorizzata ma anche perché attirava troppi curiosi. Quella preghiera lunga oltre cento metri scritta a terra in dialetto siciliano e con vernice bianca davanti ai padiglioni dell’ospedale, infatti, è stata cancellata con vernice nera pochi giorni dopo che le foto dell’impresa sono diventate virali sui social. Proprio quella sua popolarità probabilmente ha portato alla cancellazione nonostante gli innumerevoli appelli online a mantenere la scritta inalterata.

“Ho visto tanta gente che si soffermava a leggerla e secondo me ha dato speranza a chi stava andando lì per fare la chemioterapia o i controlli, pieno di dubbi di paure di incertezze" aveva spiegato la dirigente sanitaria che per prima aveva diffuso le immagini dell’iniziativa. A realizzare quella scritta, una invocazione e un ringraziamento alla Madonna, erano state due donne. L’artista Stefania Galegati che si era occupata della forma e la scrittrice Giuseppina Torregrossa che invece aveva preparato le parole. Insieme avevano voluto lanciare un inno alla vita e alla speranza per i tanti malati, soprattutto donne che si recano in ospedale, ma proprio la direzione generale del nosocomio ha stabilito che l’opera andava distrutta. Una decisione contro la quale si sono schierate non solo le due protagoniste ma anche migliaia di altre persone organizzando iniziative, lettere di protesta e flash mob attraverso un gruppo facebook creato per fare sentire il proprio dissenso.

Questa la preghiera: "Ave Maria prega pi tutti chiddi ca si trovano ‘nta sta via. Ave Maria prega pì mia. Stazione numero 1 un colpo di coltello, a Pasqua l’agnello. La minna non c'è più, resta la malattia. Ave Maria, prega pì mia e per chi cammina nta sta via. Stazione numero 2 na botta di vilenu, uno scruscio di vento, sinni caderu ciuri e capiddi. Ma ancora cuntrastamo sta tinta malattia. Ave Maria prega pi mia c'ancora non spunta chista via. Stazione numero 3 focu focu granni. La pagghia s'abbrucia la carne ci cuoce s'affuma accussì pure la malattia. Ave Maria prega pi mia ca vogghiu nesciri da sta via. Stazione numero 4: La vucca na cirasa, capiddi fitti fitti, l’occhi mennuli novi. Ave Maria io ti ringrazio. Stretta la foglia larga è la via ave Maria, io sugnu arrè mia".

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