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Palermo, blitz di carabinieri e polizia contro le cosche mafiose: 8 arresti, gestivano pizzo e droga

Le otto persone sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione illegali di armi.
A cura di Davide Falcioni
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Uomini della Squadra Mobile e dello Sco di Palermo, su delega della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, hanno tratto in arresto 8 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione illegali di armi.

I nomi degli arrestati

In manette sono scattate per: Alessio Salvo Caruso, 28 anni, tuttora ricoverato in ospedale e gravemente ferito durante l’agguato di lunedì scorso in cui ha perso la vita Giancarlo Romano; Giuseppe Arduino, 54 anni; Giuseppe Chiarello, 48 anni; Damiano Corrao, alias “kiss kiss”, 62 anni; Francesco Farina, 70 anni; Sebastiano Giordano, 63 anni; Antonio Mazzè, 57 anni; Settimo Turturella, 53 anni e Vincenzo Vella, 58 anni.

Le attività illecite emerse nell'inchiesta

L'inchiesta riguarda le famiglie mafiose del mandamento palermitano di Brancaccio, Roccella-Guarnaschelli e Corso dei Mille e porta alla luce i nuovi assetti organizzativi dei clan. Oltre a individuare i referenti del mandamento, che avrebbero assunto la gestione delle principali attività illecite dopo gli arresti dei vecchi boss, l'indagine ha accertato diversi casi di estorsione ad attività commerciali della zona, strette dalla morsa mafiosa che controllava dagli hotel, alle officine meccaniche, al venditore ambulante dello street food. I clan inoltre gestivano le piazze di spaccio, soprattutto nel quartiere Sperone, dove la mafia controllava i canali di approvvigionamento dello stupefacente e riscuoteva il pizzo sulla vendita della droga e controllavano anche le scommesse clandestine on line.

L'omicidio del boss Giancarlo Romano

È proprio in questo quadro che la settimana scorsa è maturato l'omicidio del boss dello Sperone Giancarlo Romano, ucciso per questioni relative al pizzo sulle scommesse online. Romano era coinvolto nell'inchiesta che oggi ha portato agli arresti: gli inquirenti ne avevano accertato il ruolo all'interno del clan. I suoi assassini sono sono stati fermati poco dopo il delitto e sono in carcere.

Stando a quanto accertato, il giorno in cui è stato ammazzato Romano era andato a reclamare la quota imposta alla famiglia Mira che gestiva il giro di scommesse.

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