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Ovadia, investì e uccise Massimo Garitta, uomo che voleva violentarla: assolta per legittima difesa

È stata assolta per legittima difesa la 25enne Aurela Perhati, a processo con rito abbreviato per l’omicidio di Massimo Garitta, travolto e ucciso il giorno di Capodanno del 2019 a Ovada in provincia di Alessandria: a investire l’uomo l’auto della donna che ha sempre sostenuto di essere fuggita da un tentativo di violenza sessuale e di non averlo travolto in maniera intenzionale.
A cura di Chiara Ammendola
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La vittima Massimo Garitta
La vittima Massimo Garitta

È stata assolta per legittima difesa la 25enne Aurela Perhati, a processo per l'omicidio di Massimo Garitta, travolto e ucciso dall'auto della donna il giorno di Capodanno del 2019. L'omicidio si è consumato a Ovada in provincia di Alessandria al culmine, secondo quanto sempre sostenuto dalla 25enne di un tentativo di violenza da parte del 53enne il cui corpo ormai senza vita fu ritrovato in un campo.

Il fermo e la confessione della 25enne

A processo con rito abbreviato Aurela Perhati era colpevole di aver investito la vittima, secondo l'accusa, in maniera intenzionale, così come dimostrato anche dalle tracce lasciate dall'auto tanto da chiedere per lei una condanna a 8 anni di carcere. Secondo i giudici invece si è trattato di legittima difesa e non di omicidio volontario così come ha sempre sostenuto la 25enne di nazionalità albanese: per questo è stata disposta l'immediata liberazione dagli arresti domiciliari. La giovane era stata fermata il 4 gennaio dai carabinieri ai quali aveva immediatamente confessato l'accaduto, di aver quindi investito l'uomo ma non con l'intenzione di ucciderlo, ma di fuggire a un tentativo di violenza.

Il particolare del giubbotto di Garitta

Ad incastrare la 25enne fu il particolare ritrovato sul giubbotto che indossava Massimo Garitta al momento della morte: sul tessuto era infatti rimasto impresso il marchio e il numero identificativo della marmitta dell'auto dell'assassino. I militari, incrociando questi dati con altri elementi emersi dalle testimonianze che  ricontavano di una donna che aveva caricato la vittima i macchina, erano riusciti a risalire in poco tempo alla giovane di origine albanese.

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