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Omicidio Yara, revisione del processo rifiutata a Bossetti dalla Corte europea dei diritti

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha rifiutato la richiesta di revisione del processo a Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La sentenza è stata letta in tv durante la trasmissione Mediaset Quarto Grado, suscitando l’indignazione del legale del muratore di Mapello presente in studio: “Sono schifato: io non ho ancora comunicato nulla al mio assistito”.
A cura di Ida Artiaco
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha rifiutato la richiesta di revisione del processo a Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. La decisione sarebbe stata comunicata da Strasburgo all'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, lo scorso 21 settembre, ma la notizia è stata diffusa solo ieri sera nel corso della trasmissione di Rete 4 Quarto Grado, di cui proprio il legale era ospite. "L'istanza – si legge nel provvedimento – è stata dichiarata inammissibile". Il ricorso, come ricorda TgCom, era stato presentato dai difensori legali dell’uomo a novembre 2018, a poche settimane della sentenza della Cassazione, che lo ha condannato al carcere a vita per aver ucciso la 13enne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo.

Nel corso della trasmissione televisiva, non sono mancati i momenti di tensione alla lettura della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. L'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, si è infatti molto indignato affermando di non aver avuto il tempo di avvisare del fatto il suo assistito: "Sono schifato: io non ho ancora comunicato la sentenza", accusando il programma di aver sottovalutato l'impatto umano che queste vicende hanno sugli assistiti. Il conduttore Gianluigi Nuzzi però ha sottolineato come la comunicazione fosse avvenuta venerdì 21 settembre, cioè già una settimana fa, e che quindi in puntata non avevano svelato nulla di riservato. L'iter giudiziario di Bossetti, a questo punto, sembra essersi concluso. Tuttavia, ancora secondo Salvagni, "una sentenza positiva della Corte sarebbe stata la più grande soddisfazione. Però non cambia nulla perché la strada maestra rimane comunque la revisione del processo".

Rimane infatti la speranza dei legali di una revisione del processo, di cui ha parlato lo stesso muratore di Mapello in una lettera dello scorso 4 settembre indirizzata a Marco Oliva, conduttore di Telelombardia. "Voglio fare un appello pubblico a chi di dovere – si legge in quella missiva -, a chi custodisce i reperti del mio caso: chiedo che venga garantita la massima custodia e conservazione, che non vengano distrutti come accaduto in altri casi, affinché un domani la mia difesa possa fare un’ulteriore accurata indagine. Il timore che possano andare irrimediabilmente distrutti è alto, basti vedere quanto è avvenuto nel caso di Rosa e Olindo… Non per niente come me sono stati allegramente condannati all’ergastolo due sprovveduti, i coniugi di Erba".

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