Omicidio Milano, l’autopsia conferma: Nicoletta Figini morta per asfissia

I risultati dell’autopsia hanno confermato la prima ipotesi relativa alla morte di Nicoletta Figini, la 55enne trovata senza vita nel suo appartamento di Milano. La donna è morta per asfissia: è stato quel nastro adesivo che aveva sulla bocca a toglierle la vita. L’autopsia è stata eseguita all’istituto di medicina legale della città: al momento la polizia non ha diffuso altri dettagli relativi all’esame su eventuali lesioni al capo. L’autopsia ha accertato la presenza di ecchimosi sul corpo compatibili con l’aggressione e col fatto che è stata immobilizzata e legata. Non è stata ancora definita, invece, l’ora del decesso. In ogni caso la fascia oraria in cui è avvenuto l’omicidio è abbastanza limitata in quanto Nicoletta Figini era stata vista rientrare in casa giovedì intorno alle 22.30 e il suo corpo è stato ritrovato alle 9 del giorno successivo.
La droga nel suo appartamento – L’ipotesi più accreditata resta, al momento, quella della rapina finita male sebbene ci siano diversi dettagli che risultano inspiegabili. Chi ha ucciso la donna si è calato con una corda dal terrazzo, ha forzato la tapparella e da lì è entrato nell’appartamento. Gli investigatori stanno scavando anche nel passato della vittima: Nicoletta Figini viveva a Milano dal 2000 circa, due anni fa era rimasta vedova. Sempre due anni fa la vittima era stata fermata dalla polizia alla guida della sua auto, in compagnia di uno spacciatore già noto alle forze dell'ordine. In quella occasione, nella sua abitazione, sarebbero state rinvenute delle boccette contenenti metadone.