Omicidio Luca Gombi e Luca Monaldi, attesa estradizione del coinquilino: “Aveva graffi e abrasioni su braccia”

Gennaro Maffia è uscito dall'appartamento al civico 15 di Pizza dell'Unità alle 6 del mattino con due pesanti valigie, zaino in spalla, vestito con t-shirt e pantaloncini, mezz'ora dopo aver ucciso Luca Gombi, 50 anni, e Luca Monaldi, 54, i suoi coinquilini.
I due uomini sono stati trovati morti all'interno dell'abitazione dai poliziotti delle Volanti alle 6.40. Ad allertare le forze dell'ordine sono stati i vicini della coppia, unita civilmente dal 2023, che alle prime luci dell'alba hanno sentito urla strazianti e richieste d'aiuto.
I corpi erano uno in cucina, l'altro in corridoio: il 54enne sventrato, con una profonda ferita all'addome; il compagno sgozzato. Sembra che entrambi avessero in mano un coltello, uno pulito e l'altro insanguinato, nel tentativo di simulare un omicidio-suicidio.
Le ore successive al delitto sono state ricostruite dettagliatamente dagli investigatori, come spiega Il Resto del Carlino, durante un'indagine serrata. E che ha portato in poche ore alla cattura del 48enne.
Dopo il brutale omicidio, Maffia si è avviato con le valigie verso la fermata dei taxi, poi in aeroporto. Qui ha comprato due biglietti: uno per Madrid, con partenza alle 12; e uno per Barcellona, alle 8.45, quello su cui si è imbarcato.
Nella capitale catalana però il 48enne è stato fermato dalle forze dell'ordine spagnole, informate dalle autorità italiane. Subito dopo il ritrovamento dei due corpi le indagini si sono concentrate su Maffia, l'unica persona non presente in casa e che risultava irraggiungibile.
Nei 30 minuti successivi al delitto si sarebbe cambiato, avrebbe fatto i bagagli e frugato nelle borse delle vittime alla ricerca di denaro. Le indagini della polizia, coordinata dal pubblico ministero Tommaso Pierini, sono durate 11 ore. In quel lasso di tempo il pm ha richiesto la misura cautelare e poco dopo il gip l'ha autorizzata.
Il movente del duplice omicidio sarebbe da ricondurre a profondi rancori personali. Ci sarebbero stati dispetti e liti che avrebbero portato anche alle denunce. La coppia sembra fosse in procinto di lasciare la città per trasferirsi in campagna.
I due uomini stavano vedendo la casa dove abitavano insieme al 48enne, a cui avrebbero anche offerto 20mila euro per lasciare l'appartamento. Soldi che lui sembrava aver accettato.
Ma questo non sarebbe bastato. Nei giorni precedenti al delitto l'uomo avrebbe denunciato ai Carabinieri la presunta clonazione delle sue carte. E il 48enne si sarebbe anche recato in banca. Al direttore della filiale, sentito dagli investigatori, avrebbe riferito di un ammanco sul suo conto.
Sembra che non si fidasse dei coinquilini. Parlando dei due uomini avrebbe detto: “Gliela faccio pagare”. Resta tuttavia ancora da chiarire se l’ammanco fosse reale e se altre denunce presentate nei confronti delle vittime nei mesi scorsi, nelle quali il 48enne lamentava il cambio della serratura e altri dispetti, fossero basate su fatti concreti.
Ora per Maffia si attende l'estradizione, l'uomo poi dovrà sostenere l’interrogatorio di garanzia entro cinque giorni, davanti al gip. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, come avrebbe già fatto in Spagna.
Stando a quanto riferisce la polizia spagnola, l'uomo aveva abrasioni sulle braccia. "Dalle foto sembrano prodotte da graffi e spinte e non da un coltello. – ha detto il dirigente della Squadra mobile Guglielmo Battisti, citato dal Corriere -, il che è compatibile con la scena che ci si è presentata nell’abitazione, da cui appare evidente che c’è stata una colluttazione".
Sui corpi delle vittime saranno eseguite le autopsie, utili per ricostruire la dinamica dell’aggressione, ma bisognerà attendere la notifica all’indagato che, anche per altri accertamenti, come l'analisi dei telefonini delle vittime e del suo, sui coltelli e su altri oggetti sequestrati dall’appartamento, potrà nominare i suoi consulenti.