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Omicidio Guerrina Piscaglia, il vescovo nega il risarcimento ai familiari

“Astenersi da pretese risarcitorie infondate”. Lo chiede la Diocesi ai familiari di Guerrina Piscaglia, la donna che, per i giudici, ha ucciso Padre Gretien Alabi, nel 2014 a Ca Raffaello (Arezzo). L’arcivescovo Riccardo Fontana, alla guida della comunità, ha così negato risposto al marito e al figlio disabile della donna. Che andranno avanti. Secondo loro esistono delle responsabilità dell’istituzione religiosa.
A cura di Angela Marino
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"La Chiesa non ha responsabilità nell'omicidio di Guerrina Piscaglia". Sono queste le ragioni per cui la Diocesi di Arezzo Cortona e Sansepolcro, ha negato il risarcimento alla famiglia di Guerrina Piscaglia, la mamma cinquantenne scomparsa a Ca’ Raffaello (Arezzo) e per il cui omicidio è stato condannato a 25 anni, con sentenza di Cassazione, padre Gretien Alabi, 45 anni, a cui è stata imputata anche la distruzione di cadavere. L'arcivescovo Riccardo Fontana,  alla guida della comunità, ha parlato di ‘condotte autonome'.

La Diocesi aretina – come riporta il Corriere di Arezzo – avrebbe risposto con una lettera alla richiesta di uno studio legale romano a cui la famiglia si era affidata. Nella missiva si precisa che Chiesa non aveva un ruolo di "direzione e sorveglianza" sul sacerdote congolese e si chiede alla famiglia di "Astenersi da pretese risarcitorie infondate". Il marito e il figlio (disabile) di Guerrina, hanno deciso comunque di andare avanti. I parenti della donna ritengono che esistano precise responsabilità della Diocesi, sebbene proprio la stessa neghi di aver avuto ruolo di "direzione e sorveglianza" sul sacerdote.

I fatti risalgono al primo maggio 2014, quando di Guerrina, una parrocchiana di don Gretien, si perdono le tracce dopo il suo arrivo in canonica a Ca' Raffaello (Arezzo). "Dite a mio marito che vado via con il moroso marocchino", si legge nei messaggi inviati dal telefono cellulare della donna ad alcuni conoscenti, ma secondo gli inquirenti, a scrivere quegli sms non è Guerrina, ma il suo assassino. Sono le celle telefoniche agganciate dal cellulare della donna – che per alcuni giorni è rimasto nelle mani dell'assassino che tentava di simularne l'allontanamento volontario –  a condurre sulle tracce del congolese Gretien Alabi, 45 anni. L'esame del cellulare del religioso permetterà di ricostruire una serie di relazioni sessuali intrattenute dal parroco con alcune donne, tra cui Guerrina, che però del don si era innamorata.

Secondo i giudici lui l'avrebbe uccisa in un impeto di ira proprio per l'attaccamento che dimostrava nei suoi confronti. Un attaccamento che Gretien non gradiva. Il padre è stato ritenuto responsabile di omicidio e occultamento di cadavere in tre gradi di giudizio. Il corpo di Guerrina non è mai stato trovato.

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