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Omicidio Gucci: affidamento ai servizi sociali per Patrizia Reggiani

La donna condannata come mandante dell’omicidio dell’ex marito ammessa all’affidamento ai servizi sociali per i residui tre anni di pena.
A cura di Antonio Palma
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Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni in via definitiva come mandante dell'uccisione del marito, l'imprenditore della moda Maurizio Gucci, è stata affidata ai servizi sociali. I giudici del tribunale di sorveglianza di Milano, infatti, hanno accolto la richiesta dei suoi legali e hanno ammesso la donna all'affidamento ai servizi sociali per i residui tre anni di pena che deve scontare. Patrizia Reggiani era già libera da qualche mese dopo che aveva avuto una sospensione della pena proprio in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza. Il suo legale, l'avvocato Danilo Buongiorno, aveva chiesto che la donna scontasse i tre anni di pena residua lavorando in uno showroom di alta bigiotteria e presso la Caritas, ma la decisione finale dovrà essere concordata con l'Uepe, l'Ufficio esecuzione penale esterna. Quello di Maurizio Gucci fu un delitto che sconvolse la Milano bene degli anni '90  per i protagonisti della vicenda ma anche per il movente economico. Per i giudici Patrizia Reggiani, infatti, non avrebbe sopportato l'idea che il suo ex sposasse un'altra, intaccando il patrimonio che sarebbe dovuto andare alle figlie.

La svolta nelle indagini che portò all'arresto di Reggiani arrivò nel gennaio del 1997, a due anni dal delitto avvenuto nel marzo del 1995. Un confidente mise la polizia sulle tracce di due persone in cerca di aiuto per dare una lezione alla vedova che, dopo averli assoldati per uccidere il marito, tirava sul prezzo pattuito. Attraverso infiltrazioni e intercettazioni gli agenti riuscirono a sbrogliare la matassa e scattarono le manette per tutte e 5 le persone coinvolte: la mandante Patrizia Reggiani, gli organizzatori Pina Auriemma e Ivano Savioni, e gli esecutori Benedetto Ceraulo e Orazio Cicala.

Al termine del processo per l'omicidio Gucci, Patrizia Reggiani venne condannata in primo grado a 29 anni di reclusione. Pena ridotta poi in appello  a 26 anni, sentenza confermata dalla Cassazione nel 2001. La vedova Gucci, dopo aver tentato anche il suicidio in carcere e dopo 16 anni di reclusione, nel 2013 ha beneficiato del lavoro esterno in una casa di moda.

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