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L'omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna

Omicidio Ciatti, chiesto l’ergastolo per Rassoul Bissoultanov: sentenza attesa per il 5 luglio a Roma

L’accusa ha chiesto la condanna all’ergastolo per Rassoul Bissoultanov, il ceceno attualmente latitante accusato della morte di Niccolò Ciatti avvenuta nel 2017 a Lloret de Mar, in Spagna. La sentenza è attesa per il 5 luglio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Niccolò Ciatti (Facebook)
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Al processo davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma, la pubblica accusa ha chiesto la condanna all'ergastolo per Rassoul Bissoultanov, il giovane ceceno accusato di aver ucciso il 22enne Niccolò Ciatti nel 2017 in una discoteca di Lloret de Mar in Spagna.

Il ragazzo fu vittima di un violento pestaggio ripreso da una serie di smartphone. Un colpo alla testa sferrato proprio da Rassoul Bissoultanov, ex campione di MMA, avrebbe causato il decesso del 22enne di Scandicci. In primo grado, Bissoultanov era stato condannato a 23 anni. Ora il giovane risulta latitante e la sentenza italiana è attesa per il 5 luglio.

Secondo l'accusa, vanno riconosciute anche le aggravanti di crudeltà e futili motivi per il killer. "Confidiamo – hanno asserito gli avvocati della famiglia Ciatti – nella velocità del procedimento italiano, così da avere una sentenza definitiva in Italia prima che in Spagna".

Rassoul Bissoultanov ancora latitante

Il ceceno accusato dell'omicidio risulta latitante dalla scorsa estate dopo la condanna in primo grado a 15 anni di reclusione durante il processo in Spagna. In Italia per lui erano stati chiesti 23 anni durante il primo grado di giudizio, mentre oggi è stato richiesto l'ergastolo.

L'uomo è fuggito in Europa all'emissione della sentenza a 15 anni di reclusione. Bissoultanov, secondo quanto ha raccontato anche la mamma di Ciatti, ha avuto un mese di tempo per programmare la propria fuga ed evitare di dover entrare in carcere. "Mi sembra – ha continuato la donna – che ci sia una lotta tra Italia e Spagna, ma chi ci rimette siamo noi familiari". Per l'omicidio del 22enne di Scandicci, infatti, nessuno ha ancora pagato.

"Dopo sei anni ancora non siamo riusciti ad arrivare a un punto fermo. Lottiamo perché vogliamo giustizia per Niccolò, ma questa dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini. La cosa più brutta è che non possiamo fare niente. Bissoultanov ha fatto quasi 4 anni di carcerazione preventiva senza processo , quando gli hanno dato la possibilità di saltare la firma settimanale lo hanno preso in Germania solo grazie a un mandato di cattura italiano”.

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