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“Omaggio ai boss durante la festa del patrono”: scandalo in provincia di Bari

Secondo il parlamentare del PD Dario Ginefra nei giorni scorsi sarebbe stato scritto il nome di una nota famiglia mafiosa sulla mongolfiera fatta volare in occasione dei festeggiamenti del Santo patrono di Valenzano.
A cura di D. F.
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Polemiche in Puglia: a Valenzano, in provincia di Bari, è stato infatti scritto il nome di una nota famiglia mafiosa sulla mongolfiera fatta volare in occasione dei festeggiamenti del Santo patrono della città. A sollevare il caso è stato il parlamentare del Partito Democratico Dario Ginefra, che ha presentato sulla vicenda un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano. "A Valenzano tradizionalmente si celebra la festa patronale, dedicata al santo protettore san Rocco, durante le giornate del 15, 16 e 17 agosto", scrive l'esponente del Pd, spiegando che "quest’anno, in occasione della conclusione delle celebrazioni della giornata del 16 agosto, è stata lanciata, da largo Plebiscito, una mongolfiera che riportava l’intitolazione alla famiglia Buscemi (che evidentemente aveva sponsorizzato i festeggiamenti), con tanto di dedica: ‘viva san Michele, viva san Rocco'".

Dario Ginefra spiega: "I Buscemi in questione sono molto probabilmente gli esponenti dell’omonimo gruppo mafioso, attivo nel paese di Valenzano. Altrettanto probabilmente la dedica a san Michele, che precedeva quella a san Rocco, era un omaggio fin troppo esplicito a Michele Buscemi, ucciso a Valenzano nel 2008″. "E' verosimile che con questo sistema i Buscemi abbiano voluto segnalare in forma pubblica e spettacolare il proprio controllo sul territorio", osserva dunque l'esponente Pd, che al ministro degli Interni chiede "quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per ribadire e potenziare la presenza delle istituzioni a Valenzano e in generale nei paesi dell’hinterland barese, in modo da sottrarre terreno a simili fenomeni disgreganti".

In merito alla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, secondo cui quella di Valenzano “è una brutta storia, una di quelle che purtroppo, ciclicamente, si ripetono, e vedono le famiglie legate alla criminalità organizzata locale sfruttare anche occasioni di festa e di sentimento religioso per affermare, indirettamente, la propria presenza sul territorio”.

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