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Odissea di 7 ore e 170 Km per partorire, ma uno dei gemellini muore

La donna costretta a viaggiare da Domodossola ad Alessandria in ambulanza per la mancanza di strutture adatte e mezzi sanitari idonei.
A cura di A. P.
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Ha dovuto viaggiare per oltre sette ore e 170 chilometri per riuscire a trovare un ospedale attrezzato a far nascere i suoi due piccoli gemellini prematuri, ma alla fine purtroppo uno di loro non ce l'ha fatta ed è morto. E' accaduto in Piemonte dove la mamma dei piccoli da Domodossola, dove l'ospedale l'ha rifiutata perché non attrezzato ad un simile parto, ha dovuto sorbirsi un lungo tragitto fino ad Alessandria. Un viaggio lungo e complicato reso ancora più traumatico per l'assenza della Stam, il mezzo del servizio trasporto assistito materno. La vicenda ha avuto inizio sabato sera quando la donna, al sesto mese di gravidanza, è arrivata al Dea del San Biagio di Domodossola manifestando i sintomi di un parto prematuro. I medici viste le condizioni hanno subito  deciso il trasferimento in un centro più attrezzato avviando una richiesta all’ospedale Maggiore di Novara. Anche qui però hanno rifiutato il ricovero perché il reparto di neonatologia non aveva posto per ricoverare la donna.

A quel punto quello di Alessandria era il solo ospedale in grado di ricevere la partoriente, ma siccome era notte l'elicottero non è riuscito a levarsi in volo quindi la donna doveva essere accompagnata con un'ambulanza medicalizzata. Purtroppo per lei però il solo mezzo adatto era già impegnato in un altro trasporto urgente quindi si è dovuto attendere che ritornasse indietro per ripartire. Una volta ad Alessandria finalmente il parto. Dopo aver dato alla luce i piccoli la puerpera è apparsa in buone condizioni, ma non è stato così per i bimbi che invece sono nati "prematuri estremi". La piccola Aurora si è spenta poche ore dopo mentre restano critiche le condizioni del fratellino Cristian, al momento ancora ricoverato nel reparto di patologia neonatale. Sul caso riferirà domani l'assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera, dopo un'interrogazione del consigliere regionale della Lega Nord, Michele Marinello.

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