Nuovi accertamenti sul corpo di Liliana Resinovich, i difensori di Visintin: “Serve terzo parere medico legale”

La frattura della vertebra T2, la mancanza di segni di una compressione delle vie respiratorie e la data e il luogo della morte: sono tutti gli elementi che la difesa di Sebastiano Visintin, l'uomo indagato per la morte di Liliana Resinovich, chiede di far analizzare a un nuovo collegio di periti. Alla richiesta di incidente probatorio depositata lo scorso mercoledì, gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua hanno allegato una relazione di 22 pagine redatta dai consulenti di parte, il medico legale Barisani, la docente di Scienze forensi Noemi Procopio e l'ex generale dei Ris Luciano Garofano, che fa il punto di tutte le novità emerse negli ultimi mesi.
Secondo i professionisti, le due consulenze medico legali nelle mani della pm Iozzi presentano "evidenti discrasie scientifiche" e serve che sui punti differenti si esprima un collegio di periti terzo. Per i legali, infatti, bisogna prima chiarire le modalità della morte: "qualora si sia trattato di una morte asfittica – scrivono i legali – non è stata provocata in modo violento con l'afferramento dal collo come ipotizza la consulenza per la Procura dell'antropologa forense Cattaneo, perché non vi è riscontro dei segni tipici che questa modalità dovrebbe provocare, ossia lesività al collo superficiali e profonde". I legali Bevilacqua, invece, ritengono che il decesso sia compatibile con l'asfissia "da sacchetto".

La frattura alla vertebra T2, invece, non era visibile alla Tac secondo gli avvocati. Per loro, dunque, potrebbe essere stata provocata dal preparatore anatomico che nelle scorse settimane aveva riferito di averla lesionata per sbaglio mentre preparava il cadavere per l'autopsia. Secondo Cattaneo, invece, il rinvenimento dell'intaccatura sulla Tac evidenzia che la frattura era presente al momento dell'esame.
Anche il luogo di permanenza del corpo è fondamentale per i legali di Visintin: per Procopio, i dati sarebbero compatibili con una morte avvenuta 12 ore prima del ritrovamento del corpo oppure con un decesso avvenuto il giorno della scomparsa con successivo congelamento. Per questo motivo gli avvocati hanno chiesto l'estensione degli accertamenti voluti dal magistrato anche a quelli di tipo medico-legale, radiologico e biologico. Iozzi aveva chiesto invece solo quelli di natura genetica, merceologica e dattiloscopica.