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Notte di orrore a Cuneo, ubriaca lancia il suo cane dal balcone e lo uccide: “Abbaiava troppo forte”

“L’ho fatto in uno scatto d’ira”. Protagonista una 40enne di origini straniere. L’episodio potrebbe avere conseguenze penali molto gravi. Denunciata per maltrattamento e uccisione di animale, la donna rischia infatti fino a 4 anni di carcere e 60mila euro di multa.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Cuneo, notte tra il 10 e l’11 agosto. In via 1° Maggio il silenzio estivo viene squarciato da urla, colpi sordi e l’abbaiare disperato di un cane. Pochi minuti dopo, un vicino di casa compone il 112 con la voce rotta dall’orrore: ha appena visto una mano sporgere dal balcone del secondo piano e lasciare cadere un animale nel vuoto. Sul marciapiede, il corpo senza vita di un meticcio di piccola taglia testimonia la brutalità del gesto.

Secondo la ricostruzione della polizia, la protagonista di questa vicenda è una quarantenne di origine straniera, rientrata a casa in evidente stato di ebbrezza. Giunta all’ingresso del suo appartamento, si accorge di non avere le chiavi. Invece di chiedere aiuto, si scaglia contro la porta fino a sfondarla. Dentro, il cane, spaventato dai rumori, inizia ad abbaiare con insistenza. Quella che avrebbe dovuto essere una reazione di paura diventa, agli occhi della donna, un fastidio insopportabile. In preda a uno scatto d’ira e alterata dall’alcol, lo afferra e lo scaraventa oltre la ringhiera.

Il vicino, che aveva assistito alla scena, corre nell’appartamento, trovando la porta divelta e la donna riversa a terra, priva di sensi. Tenta di rianimarla fino all’arrivo della polizia e del 118. Al risveglio, tra momenti di lucidità e svenimenti, la donna ammette: “Il cane abbaiava forte… in uno scatto d’ira l’ho lanciato giù dal balcone”. La carcassa dell’animale viene recuperata da un’azienda specializzata che collabora con il servizio veterinario dell’Asl Cn1.

Le indagini sono ora nelle mani della squadra Volanti, che sta cercando di ricostruire ogni dettaglio dell’accaduto. La donna dovrà rispondere del reato di maltrattamento e uccisione di animale, previsto dall’articolo 544-bis del codice penale. La pena, secondo la cosiddetta “Legge Brambilla”, entrata in vigore il 1° luglio, può arrivare fino a quattro anni di reclusione e 60 mila euro di multa nei casi più gravi.

A ricordarlo è stata proprio l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ha condannato con fermezza l’episodio: “Alle autorità il compito di qualificare il fatto e procedere di conseguenza, a noi di Leidaa quello di ribadire che interverremo ovunque e in tutte le forme consentite, compresa la costituzione di parte civile, per garantire che tali condotte, di intollerabile violenza, siano punite come meritano. Ringrazio la polizia per il pronto intervento e per le indagini accurate in corso” ha detto a La Stampa.

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