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“Non mi sento sfruttato, potevo rifiutare”: la risposta del rider che ha fatto 50 km per la consegna

Parla Filippo Bazerla, il rider la cui storia, denunciata da Andrea Bassi, già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d’Italia, ha destato non poche polemiche: “Si dice che siamo sfruttati, che guadagniamo miseramente. È vero. Ma attenzione”.
A cura di Susanna Picone
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Filippo Bazerla (Facebook)
Filippo Bazerla (Facebook)

"Non mi sento sfruttato perché non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo: in soldoni, se vado in ufficio e devo stare in silenzio 8 ore, per fare 2 ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti e per me almeno tristi, io rifiuto. L'ho sempre fatto e sempre lo farò".

Dopo le polemiche per il rider che aveva dovuto pedalare per decine di chilometri per una consegna, a parlare – tramite un post su Facebook – è lo stesso protagonista di questa storia, che finora era rimasto anonimo.

Si chiama Filippo Bazerla e col suo post ha risposto al caso sollevato da Andrea Bassi, già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d'Italia, che si è dimesso nel 2021 da assessore comunale per ritornare al suo lavoro. Un post col quale il rider fa ben capire che il suo lavoro gli va benissimo e le polemiche sulla categoria non gli interessano.

Bassi aveva detto di essere pentito, sia pure inconsapevolmente, per aver fatto percorrere decine di chilometri – per una consegna da Verona sud a Bussolengo- al rider che doveva portargli il panino e le patatine che aveva ordinato a un fast food tramite un servizio di delivery.

Il post su Facebook
Il post su Facebook

"Mi hanno fatto avere l'articolo in cui parlano di un povero rider, che fa la città da est a ovest e che arriva alle 21:10, che dice che ha rifiutato 3 volte la consegna. Sono io. Nell'articolo si dice che siamo sfruttati, che guadagniamo miseramente. È vero. Ma attenzione", scrive Filippo facendo una serie di considerazioni.

Il rider risponde ammettendo che chiaramente la distanza era tanta, ma "se ho accettato quella consegna, è perché amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio". "L'ho anche detto all'assessore –  si legge nel post – che il problema era che non c'erano altri rider a parte me. Ma ripeto come ho rifiutato 3 volte potevo farlo 4 o 5".

"In ogni caso, se voleva poteva annullare l'ordine, sia prima che dopo 5 minuti dall'offerta contrattuale, ma se lo faceva dopo io avrei ricevuto un indennizzo. Ma meglio così, se no arrivavo a Bussolengo e scoprivo di aver fatto la strada per niente e allora non sarebbe andato bene", scrive ancora.

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