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Omicidio Nicoleta Rotaru

Nicoleta Rotaru che registrò il suo femminicidio, gli audio contro l’ex marito: “Vai via, maiale”

Nell’aula di Tribunale di Padova sono stati ascoltati gli audio registrati dal cellulare di Nicoleta Rotaru, la 39enne di Abano Terme che registrò l’aggressione dell’ex marito. La donna fu uccisa con una cintura dall’uomo che poi tentò di simularne il suicidio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nicoleta Rotaru
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Nella mattinata di ieri, giovedì 22 maggio, nell'aula del Tribunale di Padova sono stati ascoltati gli audio strazianti registrati da Nicoleta Rotaru prima di morire. La donna di 39 anni fu assassinata tra l'1 e l 2 agosto dall'ex marito Erik Zorzi, 43 anni, e l'omicidio fu registrato dal cellulare della vittima che era solita tenere traccia durante la notte dei movimenti dell'uomo con il quale era ancora costretta a vivere. La 39enne infatti temeva proprio l'aggressione fisica e per questo ogni notte lasciava il suo smartphone a registrare tutto. 

Negli audio si sente la voce di Nicoleta che allontana il 43enne. "Vai via, maiale" dice prima di essere aggredita. Durante l'interrogatorio degli avvocati di parte civile, Zorzi ha dichiarato di non essersi avvicinato alla 39enne per ucciderla. "Stava respingendo un mio approccio sessuale – ha dichiarato -. Sapevo che mi avrebbe denunciato. Se lo avesse fatto, me ne sarei andato in Inghilterra a fare il camionista".

Nicoleta Rotaru
Nicoleta Rotaru

L'uomo non ha risposto alle domande degli avvocati "sull'approccio sessuale rifiutato" che, secondo l'accusa, sarebbe stato un tentativo di violenza. Zorzi si è avvalso della facoltà di non rispondere anche quando l'avvocata Roberta Cerchiaro, che insieme a Tatiana Vija rappresenta la sorella e la mamma della vittima, gli ha chiesto come mai avesse registrato un "discorso" per dire alle figlie che la madre era morta. "Non sapevo come dirglielo – ha provato a dire in aula -. Volevo riascoltarmi e correggermi.

La relazione con Rotaru era iniziata nel 2005: i due si erano conosciuti su un sito online. Lui viveva a Padova e lei in Moldavia, ma dopo mesi di chat e telefonate Zorzi l'aveva raggiunta. Si erano sposati nel 2006 a Chisinau, poi erano tornati in Italia per mettere su famiglia.

Dopo la nascita delle due figlie, la 39enne aveva manifestato l'intenzione di andare all'università, trovare un lavoro che le piacesse ed essere indipendente. Dopo i frequenti litigi col marito era stata costretta a rifugiarsi a casa della sorella e aveva chiesto la separazione dall'uomo. Stava aspettando di trovare una nuova casa per trasferirsi con le figlie e nel frattempo condivideva il tetto con colui che poi l'ha uccisa.

Per conservare una prova delle continue aggressioni di Zorzi, Rotaru era solita registrare tutte le notti con il suo cellulare. L'ultimo audio dura ore e ha registrato l'intera discussione nata tra i due, poi le urla e poi le frasi di supplica. Il microfono del cellulare ha captato anche alcuni rumori che, secondo la perizia, sono compatibili con il trascinamento di un corpo.

Al centro dell'udienza anche la cintura con la quale la 39enne sarebbe stata strangolata. Secondo l'autopsia, sarebbe compatibile con le lesioni sul collo della donna.

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