“Nessun diritto per le persone con disabilità che viaggiano in nave dalla Sardegna, abbandonati a noi stessi”

Anna (nome di fantasia) si divide tra la città che ha scelto, in provincia di Cagliari, e la Campania dove sua mamma invalida e malata si reca per le terapie oncologiche. A causa dei tanti disagi legati alla disabilità di sua madre, però, questi viaggi sono sempre più difficili: "Il problema è la scarsità di cabine sulle navi riservate alle persone con disabilità e mobilità ridotta – racconta a Fanpage.it – Ogni volta che prenoto o che salgo so che trovarne una libera per mia mamma sarà un terno al lotto".
La testimonianza: "Non si può pensare solo ai soldi, per noi è un diritto fondamentale"
Anna ha 45 anni, è nata a Napoli ma dal 2005 vive in provincia di Cagliari. Non ha mai reciso il legame con la sua famiglia e regolarmente si reca in Campania, soprattutto per assistere la madre: "Ha una patologia oncologica e per questo l'accompagno a fare le terapie all'ospedale Moscati di Avellino, uno dei migliori per il trattamento della sua patologia. Io e le mie sorelle ci diamo il cambio per accompagnarla a seconda dei nostri impegni lavorativi e familiari, e per questo spesso non riesco a prenotare i viaggi con anticipo sufficiente da prenotare una cabina per lei".
Per molti "pendolari" che si muovono tra la Sardegna e il continente i viaggi in nave sono un vero incubo. Per le persone come Anna che accompagnano familiari con disabilità si aggiunge una ulteriore difficoltà legata alla necessità di avere una cabina per chi ha esigenze specifiche. Si tratta di cabine in posizioni più facilmente accessibili rispetto a quelle standard, fondamentali per chi ha problemi di deambulazione.
La principali compagnie hanno a bordo queste cabine, sia interne che esterne, ma secondo Anna il loro numero è inferiore rispetto alla domanda effettiva: "Il risultato è che spesso restiamo fuori, con mia mamma che cammina con il deambulatore e avrebbe bisogno di un bagno decente. Invece non ha niente di tutto questo. Come familiare di una persona con disabilità mi sento abbandonata a me stessa".
È successo anche l'ultima volta: "Ad agosto, in alta stagione, è tutto più difficile. A settembre ho fatto i biglietti per Natale, per non ritrovarmi in questa situazione, ma non posso farlo sempre. L'ultima volta dopo aver prenotato ho mandato una email all'assistenza clienti della compagnia per fare presente la situazione. Mi hanno risposto che non c'era posto e mi hanno invitato a cambiare data, ma per me era impossibile dato che era legato alle terapie di mia mamma".
Anna quindi sapeva che a bordo non ci sarebbe stata una cabina per persone con mobilità ridotta, ma non poteva rimandare la partenza. L'unica speranza era la disdetta dell'ultimo minuto di una cabina, in questo caso infatti il personale crea una lista in ordine di arrivo e i primi possono ottenere la cabina pagando una differenza sul loro biglietto, cosa non facile da ottenere: "Quel giorno quando sono salita sulla nave ho provato ad arrivare per prima ma non ci sono riuscita perché avevo mia mamma da aiutare. Ci hanno fatto parcheggiare l'auto in una zona lontana dall'ascensore per i disabili, davanti alle scale mobili, e da lì è iniziata una vera odissea per salire. Ho portato il deambulatore di mia mamma e il resto dei bagagli. Avremmo voluto usare almeno le scale mobili ma davanti c'era un'auto parcheggiata. Quindi abbiamo fatto lo slalom tra le auto".
"Personale gentile, ma poche cabina a disposizione di chi ha mobilità ridotta"
"Il personale è stato molto cortese e gentile, dato che ormai mi conoscono – sottolinea Anna – Il problema sono i servizi a disposizione delle persone con disabilità e mobilità ridotta. Bisogna che le compagnie si rendano conto che ad oggi queste persone hanno poche possibilità di viaggiare in condizioni accettabili, e per noi familiari che li accompagniamo è un vero incubo".
Il desiderio di Anna è solo uno: "Vorrei che ci fosse maggiore disponibilità di cabine per persone con esigenze speciali. Capisco che nei periodi di alta stagione turistica sia complicato e che lo scopo delle compagnia sia quello di riempirle tute, ma bisogna anche tenere conto che le navi per i residenti sardi sono una necessità, non un lusso legato alla vacanza. Se c'è un'emergenza ci deve essere una cabina a disposizione delle persone con disabilità, perché anche queste hanno diritto a spostarsi".
"Non siamo gli unici: ogni volta assistiamo a una scena nuova"
Anna non è l'unica a incontrare difficoltà quando viaggia, come vi stiamo raccontando attraverso le storie dei lettori. "Davanti alla reception c'è una zona a passeggeri dedicata alle persone con mobilità ridotta e ogni volta mi capita di assistere a qualche disavventura simile alle nostre. Una volta vidi una famiglia con due anziani con disabilità che dormivano sulle poltrone della reception perché neanche loro avevano trovato una cabina", racconta.
Per fortuna, in queste situazioni l'umanità arriva dove la burocrazia non può: "Lo scorso giugno un signore con disabilità, sui 50 anni, non aveva la cabina ma la sorella ha smosso mari e monti per ottenerla. Alla fine sono riusciti a trovargli il posto, ma non era una cabina per disabili perché erano già finite, ma una del personale. Una persona dell'equipaggio ha ceduto la sua cabina e lo hanno anche accompagnato fisicamente dato che la scala che usano i passeggeri normalmente non arriva a quel piano".
La nostra redazione riceve testimonianze relative a storie che riguardano la difficoltà di spostarsi tra le isole e il resto d'Italia. Decidiamo di pubblicarle per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Hai una storia simile da raccontare? Scrivici qui