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Neonato seviziato in ospedale, perizia incastra il padre, verso processo: “Lo voleva disabile per soldi”

Secondo inquirenti e periti, l’uomo ogni volta che andava a trovare il piccolo, ricoverato a Padova, metteva un dito nella gola del figlio provocando lesioni gravissime. Il 22enne rigetta le accuse e sostiene che volesse solo alleviargli il dolore.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Si avviano verso la conclusione le indagini sul neonato di 5 mesi seviziato in ospedale a Padova lo scorso anno e le accuse convergono tutte verso il padre, accusato dalla Procura di aver agito per rendere il piccolo disabile e intascare i soldi. I pm si avviano quindi a chiedere il rinvio a giudizio dell'uomo, un 22enne che però rigetta le accuse e si professa innocente.

Sul bimbo lesioni permanenti

L'ultimo atto prima del processo è stato l'incidente probatorio durante il quale i periti medico legali incaricati dai pm sono stati chiamati a dare un giudizio sulle lesioni subite dal bambino che purtroppo si sono rivelate permanenti con l'amputazione della lingua. Secondo la perizia disposta dalla Procura, le lesioni nel cavo orale del bambino sarebbero compatibili con l'azione del padre, ripreso da alcuni video registrati dalle telecamere nascoste piazzate dagli inquirenti dopo i primi dubbi da parte dei medici ospedalieri.

Telecamere nascoste per incastrare il padre

In pratica, secondo inquirenti e periti, l'uomo ogni volta che andava a trovare il piccolo ricoverato nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Padova, metteva un dito nella gola del figlio provocando lesioni gravissime. Lo dimostrerebbero i video delle telecamere piazzate dalla polizia dopo i dubbi dei medici che vedevano il piccolo aggravarsi ogni volta nonostante le cure. Nei filmati si vede l'uomo che  durante gli orari di visita entrava nella stanza del bambino e, dopo essersi assicurato che nelle vicinanze non ci fosse nessuno, gli metteva le dita in bocca schiacciandogli il torace.

Ancora più terribile il movente ipotizzato dalla Procura secondo al quale lo scopo o sarebbe stato il decesso del bimbo ma la sua disabilità per avere vantaggi economici come sussidi statali o addirittura un risarcimento da parte dall'azienda sanitaria ospedaliera.

Il padre del neonato nega

L'uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e gravissime, però respinge tutte accuse e sostiene di aver agito per il bene del figlio che soffriva di apnee e perdeva sangue dalla bocca. In sede di incidente probatorio la difesa ha sostenuto che l'uomo ha agito seguendo presunte "indicazioni ricevute da un medico" per alleviare le sofferenze del piccolo. I legali dell'uomo sono pronti a un controperizia per sostenere che le lesioni sono compatibili con i sondini usati durante i vari ricoveri ospedalieri.

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