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“Nel mio residence in Sardegna non ospitiamo israeliani, a meno che non ripudino i crimini commessi a Gaza”

L’iniziativa di Frederick Bradley, gestore di un residence privato, che si trova all’estremo Sud della Sardegna in località Porto Pino, spiegata a Fanapge.it: “È una goccia nel mare? Io lo faccio lo stesso. Girarsi dall’altra parte e fare finta di niente è peggio”.
A cura di Ida Artiaco
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"Far morire di fame bambini, donne, uomini a Gaza non è un atto politico, né tantomeno un legittimo atto di difesa. Lo stermino sistematico di un popolo con l’intento dichiarato di cancellarlo dalla faccia della terra va considerato un vero e proprio genocidio. È inumano non sentire il dovere di fare qualcosa che vada oltre a un’indignazione di facciata. Per questo motivo non ospiteremo più cittadini israeliani a meno che non dichiarino apertamente di ripudiare i crimini commessi dal governo israeliano e dal suo esercito. Boicottare i responsabili diretti di quanto sta avvenendo a Gaza, e chi, in silenzio, ne avvalla l’operato, è una scelta che ci auguriamo venga condivisa da molti. È vero, è meno di una goccia in un oceano, ma necessaria almeno per dare un minimo di senso alla nostra coscienza".

È questo il messaggio che compare sul sito di un residence privato, che si trova all'estremo Sud della Sardegna in località Porto Pino, in provincia del Sulcis Iglesiente. La struttura è gestita dal signor Frederick Bradley, che ha deciso di scriverci per segnalarci la sua iniziativa dopo aver letto la storia di Francesco Minisci, ex consigliere comunale di Napoli che oggi gestisce un B&B in una delle strade principali del capoluogo campano e che ha deciso di mettere dei paletti a persone di nazionalità israeliana che avrebbero voluto prenotare una camera da lui per il loro soggiorno all'ombra del Vesuvio.

"Vorrei mettermi in contatto con lui perché dobbiamo fare rete", dice a Fanpage.it il signor Bradley, raggiunto telefonicamente. L'idea di pubblicare quel messaggio sulla homepage del sito del suo residence gli è venuta a metà dello scorso mese di luglio. "Poco più di un mesetto fa", specifica, "quando cioè è diventato evidente il massacro dei bambini a Gaza. Ho pensato che non potevo stare zitto e che dovevo fare qualcosa". A differenza del signor Francesco, Bradley non ha ricevuto nessuna minaccia per la sua decisione: "Io ho una clientela molto attenta alla natura, che ha una visione basata sul rispetto delle persone e delle cose che come modo di pensare si può avvicinare a ciò che ho scritto. Se nota bene sul sito c'è anche un banner sull'Ucraina, che ho pubblicato circa un anno fa".

L'iniziativa per lui è molto importante, per questo chiede che a lui si uniscano altri gestori di strutture ricettive e ristoratori. "È una goccia nel mare? Io lo faccio lo stesso. Girarsi dall'altra parte e fare finta di niente è peggio. Che non serva a nulla non ne sono sicuro, da una minima variazione si possono generare uragani, è il cosiddetto effetto caos, e io non mi tiro indietro", ha concluso.

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