Nel 2000 uccise una suora, oggi può essere testimone di nozze: è polemica

È polemica a Chiavenna, Comune in provincia di Sondrio, che anni fa fu al centro di un episodio di cronaca nera. Era il 2000 quando fu uccisa suor Maria Laura Mainetti, tre baby-killer le tolsero la vita il 6 giugno con 19 coltellate. Tra quelle assassine c’era Milena, oggi 29enne, che è salita su un altare per fare da testimone di nozze al matrimonio di sua sorella. Una vicenda che ha indignato molti abitanti del paese al confine con la Svizzera e che ha scatenato di conseguenza la polemica contro il parroco della chiesa di Mese (Sondrio) il quale ha consentito all’assassina di svolgere questo importante ruolo. Per molti è impensabile, infatti, che una persona che ha compiuto un omicidio possa salire su un altare quando invece la Chiesa non permette ai separati e ai divorziati di fare la comunione.
Ma il parroco si è difeso – Un punto di vista che però si è scontrato di fatto con quello del parroco che ha sposato la sorella dell’assassina, don Casimiro Digoncelli. Secondo lui, infatti, non c’era motivo per cui la donna non avrebbe potuto fare da testimone per sua sorella dato che ha scontato il suo debito con la giustizia e tuttora sta continuando un percorso di crescita all’interno di una Comunità di don Antonio Mazzi. Inoltre, rispetto ad altri ruoli importanti che un cristiano può svolgere, quello di testimone di nozze si differenzia, per esempio, da quello di padrino di battesimo. Solo in questo ultimo caso, ricorda il parroco, è necessaria una educazione cristiana che i padrini insieme ai genitori devono saper impartire al battezzato mentre quello di testimone di nozze è solo un ruolo civile.