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Negli USA la più grave epidemia di influenza aviaria di sempre: già avvenuto spillover con mammiferi

Casi di influenza aviaria sono stati registrati in 47 stati americani. Oltre al pollame, infatti, sono state contagiate anche volpi, orsi e visoni.Si temono future mutazioni i grado di attaccare gli uomini: “Dobbiamo stare in guardia”.
A cura di Davide Falcioni
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Negli Stati Uniti il prezzo delle uova non è mai stato così alto negli ultimi anni: a dicembre il costo medio di una confezione da dodici era di 4,25 dollari, oltre il doppio di un anno prima (1,9 dollari), mentre i prezzi all'ingrosso hanno registrato un incremento del 300%. A spingere i prezzi una combinazione di fattori che ha reso ultimamente uova e pollame merci rare sugli scaffali dei supermercati: l'impatto dell'inflazione ha avuto un ruolo importante, ma il vero colpevole sono i focolai di un'influenza aviaria altamente contagiosa che ormai da un anno funesta gli allevamenti di tutto il Paese.

Quello americano è un popolo ghiotto di uova: secondo i dati del Dipartimento Usa dell'Agricoltura (Usda) nel 2022 ne sono state consumate una media di 278 a persona, pari a un uovo a colazione quasi tutti i giorni. Mantenere la fornitura di un prodotto così richiesto non è semplice e dipende sia dal numero di galline che depongono le uova sia cosa si dà loro da mangiare.

La guerra in Ucraina ha ridotto significativamente le esportazioni di grano da Kiev e da Mosca lo scorso anno, limitando l'offerta globale e facendo schizzare i prezzi dei cereali. Oltre a pagare di più per nutrire i loro polli, gli allevatori di uova hanno anche dovuto far fronte a bollette elettriche più salate per gestire le fattorie e a pagare di più il gas per il trasporto dei raccolti. Tuttavia, l'inflazione da sola non spiega l'impennata dei prezzi delle uova da fine anno a oggi.

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Influenza aviaria diffusa in 47 stati americani

Decisiva è infatti l'epidemia d'influenza aviaria che dall'inizio del febbraio del 2022 ha contagiato oltre 58 milioni di uccelli in centinaia di allevamenti commerciali e da cortile in 47 Stati. Una cifra superiore ai 50 milioni di uccelli morti nell'epidemia di aviaria del 2014 e 2015 che ha causato perdite economiche per 3,3 miliardi di dollari (secondo le stime dell'Usda). Gli uccelli infetti devono essere macellati e ciò porta a un calo delle scorte di uova e all'aumento dei prezzi.

Le autorità sanitarie americane, intanto, hanno lanciato un allarme: preoccupano infatti le mutazioni di un virus che hanno permesso spillover e nuovi contagi su diverse specie animali, in particolare tra i mammiferi. Oltre al pollame, infatti, sono state contagiate anche volpi, orsi e visoni. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno recentemente emanato nuove raccomandazioni destinate proprio a chi lavora nelle aziende aviarie. L’obbligo, per tutti, è quello di indossare guanti e mascherine, cercando evitare di toccare gli animali.

Non era mai accaduto dopo il 2016 che un'influenza aviaria di tali proporzioni colpisse il Paese. E, in base a quanto riportato dagli specialisti, si parla dell'ondata più forte mai registrata. "La dimensione dell'out break e il numero di specie animali affette non ha precedenti", ha dichiarato la virologa dell’università del Massachusetts, Nichola Hill. Tra i fattori che maggiormente preoccupano gli esperti, poi, proprio il contagio tra i visoni. "Questa infettività è nuova, non l'avevamo mai vista. Per ora la mutazione capace di trasmettere il virus anche gli esseri umani non è apparsa e potrebbe non apparire mai, ma ogni volta è come tirare i dati e dobbiamo stare in guardia", ha sottolineato.

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