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Natale De Grazia, ministro Costa: “È dovere dello Stato fare luce”. E il caso torna in Parlamento

Il Ministro dell’ambiente: “Il paese non può lasciare che questo crimine non abbia verità e giustizia”. Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani fa appello al parlamento: “Dopo l’inchiesta di Fanpage.it la commissione ecomafie acquisisca i materiali nuovi e i documenti delle vecchie commissioni per riaprire il caso”. La deputata Rossella Muroni di Leu annuncia un’interrogazione parlamentare: “Emerge uno scenario inquietante, la nostra democrazia resta incompleta a causa di pagine di non verità come quella sulla morte di De Grazia”.
A cura di Antonio Musella
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Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico e della società civile dopo la pubblicazione dell'inchiesta di Fanpage.it sulla morte del capitano della marina Natale De Grazia il 13 dicembre 1995, le sue indagini erano arrivate a scoprire un intrigo internazionale che aveva al centro un traffico illecito di materiali nucleari via mare che vedeva in alcune centrali nucleari italiane un punto di snodo e di scambio.

Il Ministro Costa: "E' un dovere dello Stato fare luce"

Il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, impegnato a Madrid per i lavori del Cop 25, dopo aver visto l'inchiesta ha preso posizione con un comunicato stampa: "L’approfondimento giornalistico di Fanpage.it che, a ventiquattro anni dalla morte misteriosa del capitano Natale De Grazia che indagava sulle ‘navi dei veleni’, ripercorre le tappe dell’inchiesta del pool di Reggio Calabria attraverso le fonti dirette del capitano e i suoi più stretti collaboratori, apre nuovi scenari che meritano di essere esaminati analiticamente" scrive il Ministro nella nota. "Auspico che la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ne tenga conto e indaghi con i suoi strumenti. Il Paese non può lasciare che questo crimine non abbia verità e giustizia. E’ un dovere dello Stato fare luce”. Costa, generale dei Carabinieri forestali, ha indagato per anni nella terra dei fuochi in Campania, seguendo da vicino i traffici illeciti di rifiuti pericolosi nel nostro paese.

Legambiente: "La commissione ecomafie riapra subito il caso"

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente è intervenuto sull'inchiesta di Fanpage.it alla vigilia dell'anniversario della morte di Natale De Grazia: "L'ultimo momento in cui abbiamo pubblicamente chiesto verità e giustizia per Natale De Grazia è stato lo scorso 22 novembre quando in occasione del nostro congresso nazionale alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico e del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, abbiamo chiesto che si faccia luce – spiega – dobbiamo dire grazie a Fanpage.it, l'Italia ha sempre più bisogno di giornalisti di inchiesta". Le indagini di De Grazia partirono proprio da un esposto di Legambiente presentato alla Procura di Reggio Calabria il 2 marzo 1994 sui traffici di rifiuti pericolosi via mare. "Ricevemmo un esposto anonimo con fatti circostanziati e andammo a denunciare tutto – racconta Ciafani – da allora per noi il lavoro di De Grazia e la sua tragica morte sono diventati una battaglia per la verità e la giustizia in questo paese, come per il caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. In questi anni Legambiente è stata come una goccia cinese su questo tema". "L'intreccio tra pezzi deviati dello Stato e organizzazioni mafiose, è una verità storica da un lato ma purtroppo non è una verità giudiziaria ancora. Ad un lavoro parlamentare che c'è stato, su tutto i lavori delle commissioni ecomafie presiedute da Massimo Scalia e Alessandro Bratti, non è corrisposto un lavoro della magistratura – sottolinea il presidente di Legambiente – lo Stato doveva fare di più sia i magistrati sia le istituzioni". Le immagini del cadavere martoriato di Natale De Grazia, mostrate da Fanpage.it  e che secondo le fonti dimostrerebbero segni di tortura, sono già presenti nell'archivio storico della Camera dei Deputati. "Le carte ci sono, serve qualcuno che come noi e come Fanpage.it guardi tutto e dia seguito, le cose sono chiare altro che "morte dell'adulto" – dice Ciafani – facciamo appello al parlamento, c'è una commissione bicamerale sulle ecomafie presieduta da Stefano Vignaroli, chiediamo che la commissione riprenda le carte delle passate commissioni e riparta dagli elementi nuovi dati dall'inchiesta di Fanpage.it. La vicenda di De Grazia è come un fenomeno carsico, ogni tanto esce fuori e si inabissa subito dopo non a caso. L'inabissamento è dovuto all'intreccio tra la vicenda delle navi dei veleni, l'intrigo internazionale che ha visto al centro l'Italia e il coinvolgimento di pezzi deviati dello Stato, il forte dubbio è che la verità giudiziaria non possa confermare la verità storica, ma è ora di dire basta".

Muroni (Leu): "Subito interrogazione parlamentare, l'inchiesta è una segnale di speranza"

Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali e membro della commissione bicamerale d'inchiesta sulle ecomafie,  è intervenuta con decisione sul "caso De Grazia". "Sto preparando un'interrogazione in Commissione Ambiente alla Camera – annuncia la deputata di Leu – ma soprattutto in commissione ecomafie sono relatrice dell'indagine sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi ad al prossimo ufficio di presidenza chiederò di acquisire i vostri materiali e riaprire il lavoro d'inchiesta sulla morte di De Grazia". La Muroni è stata presidente di Legambiente ed ha sempre battagliato sul tema delle navi dei veleni e sulla tragica morte del capitano De Grazia. "Negli anni scorsi c'è anche chi ci ha ridicolizzato propugnando negazionismo rispetto al traffico di rifiuti e materiali radioattivi – sottolinea la deputata – invece l'inchiesta di Fanpage.it è come un raggio di sole su una vicenda su cui stavamo perdendo le speranze. E' un filo della memoria che in molti hanno cercato di tagliare, ma adesso è il momento di scrivere una pagina di verità". Quello che viene mostrato nell'inchiesta di Fanpage.it è un quadro delle indagini fatto direttamente dalle fonti e dagli uomini che collaborarono all'inchiesta. "Quello che mi fa tremare – spiega la Muroni – e che se la tesi dell'inchiesta, che faccio mia, venisse confermata sarebbe davvero inquietante rispetto agli scenari di depistaggi che continuano a muoversi in questo paese negando intere pagine di verità, io penso che siano l'ipoteca più grande che noi abbiamo sulla nostra democrazia, la nostra continua ad essere una democrazia incompleta perché continuano ad esserci queste pagine di non verità e di non responsabilità. Pensavo che questa vicenda fosse troppo difficile da riaprire, invece grazie alla vostra inchiesta c'è un bel segnale di speranza ora bisogna lavorarci tutti ognuno dalla propria parte".

Fico: "Non possiamo dimenticare le battaglie di De Grazia"

"Sono passati 24 anni dalla scomparsa del comandante Natale De Grazia: era la notte fra il 12 e il 13 dicembre del 1995 quando perse la vita in circostanze mai del tutto chiarite". Lo ha scritto Facebook il presidente della Camera Roberto Fico. "Natale De Grazia – di cui parla in questi giorni anche un'inchiesta giornalistica di Fanpage – era un ufficiale della Marina militare, in servizio presso la Capitaneria di porto di Reggio Calabria. Si occupava di rifiuti tossici e la sua scomparsa e' stata oggetto di un approfondito lavoro della commissione Ecomafie nella sedicesima legislatura. È stata proprio la commissione, analizzando la questione delle navi con materiali tossici affondate fra gli anni Ottanta e il 2000 – sottolinea il presidente della Camera – a scoprire nuovi elementi, giungendo a delle conclusioni. Tutti gli atti – dai rapporti desecretati alle audizioni e alle conclusioni – sono pubblici e visionabili su inchieste.camera.it".

"‘Non è compito di questa commissione pronunciare sentenze, ne' sciogliere nodi di competenza dell'autorità giudiziaria: tuttavia, non si può non segnalare che la morte del capitano De Grazia si inscrive tra i misteri irrisolti del nostro Paese', così si conclude il rapporto della commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Oggi tengo molto a ricordare il comandante De Grazia, le cui battaglie da uomo dello Stato non possono essere dimenticate. Anche per questo serve un impegno collettivo per raggiungere la verità".

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