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Napoli, investì e uccise i rapinatori con l’auto; ora è agli arresti domiciliari

Dalle immagini è emerso che Leonardo Mirti lo scorso 10 agosto ha inseguito e travolto volontariamente il motorino con i due baby rapinatori a bordo a Posillipo. Secondo l’uomo, invece, si sarebbe trattato di un incidente. Ora è ai domiciliari.
A cura di Biagio Chiariello
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Arresti domiciliari per Leonardo Mirti, il ventinovenne che il 10 agosto scorso ha investito con la sua Smart i due giovani rapinatori che gli avevano rubato l'iPhone, Emanuele Scarallo, 16 anni, e Alessandro Riccio, 18 anni, causandone la morte. L'incidente, spiegò Mirti agli inquirenti, era avvenuto poco dopo il colpo compiuto dai due minorenni a Posillipo proprio ai suoi danni. Mirti era in compagnia della fidanzata, con la quale si era appartato nelle vicinanze. Dopo la rapina era scattata la fuga per paura che volessero prendersi anche la macchina. Ma l'auto aveva investito e ucciso i due rapinatori. Il gip del Tribunale di Napoli ha disposto il provvedimento cautelare per omicidio preterintenzionale dal momento che, tenuto conto sia del lasso temporale intercorso tra l'asserita rapina e l'investimento stradale, appare possibile escludere – si legge in una nota del procuratore aggiunto di Napoli, Giovanni Melillo – che l'impatto tra l'auto guidata da Mirti e il ciclomotore con in sella le vittime sia avvenuto accidentalmente.

Dall'esame dei filmati delle telecamere posizionate lungo il tragitto percorso dalla vettura, emerge "chiaramente" che, successivamente alla rapina denunciata da Mirti, il motociclo con Scarallo e Riccio percorreva via Manzoni verso via Posillipo e che l'auto, mentre percorreva la stessa strada in senso inverso, dopo aver incrociato il ciclomotore, effettuava un'improvvisa manovra di inversione di marcia, inseguendo il motociclo che imboccava via Strato in direzione largo Sermoneta, sempre inseguito dall'auto che, infine, lo investiva "intenzionalmente" travolgendo e trascinando uno dei due giovani rapinatori per qualche metro, per poi proseguire la propria marcia senza fermarsi e lasciando a terra i corpi esanimi di Riccio e Scarallo".

Che questa ricostruzione sia esatta, lo confermerebbero  – sostengono i magistrati – anche le intercettazioni disposte nel corso delle indagini. La Procura aveva chiesto di procedere all'arresto di Mirti per omicidio volontario, commesso con dolo eventuale, ma il giudice ha qualificato il fatto come omicidio preterintenzionale "non essendovi motivo di dubitare dell'intenzionalità dello speronamento" del motociclo da parte di Mirti. Il provvedimento cautelare è stato preso  per il pericolo di "reiterazione" in considerazione della "gravità del fatto e della straordinaria aggressività della condotta tenuta da Mirti" quando ormai gli autori della rapina si erano allontanati e in assenza di stato di pericolo per sé e per altre persone.

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