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Muore nel rogo in casa, si pensa a disgrazia ma mesi dopo la svolta: arrestato fidanzato della badante

La morte del 76enne Giuseppe Latella, avvenuta a Reggio Calabria la notte del 14 settembre 2022 non fu casuale ma fu un omicidio. A distanza di otto mesi dai fatti, la polizia ha arrestato un uomo di 45 anni con le pesanti accuse di omicidio e di incendio doloso.
A cura di Antonio Palma
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Quell'improvviso rogo in casa e la scoperta del suo corpo senza vita nell'abitazione fece pensare subito a un drammatico incidente domestico ma prima l'autopsia e poi  le indagini della polizia hanno portato a galla una verità decisamente più agghiacciante: la morte del 76enne Giuseppe Latella, avvenuta a Reggio Calabria la notte del 14 settembre 2022 non fu casuale ma fu un omicidio.

Nelle scorse ore infatti, a distanza di otto mesi dai fatti, la polizia ha arrestato un uomo di 45 anni con le pesanti accuse di omicidio e di incendio doloso. Si tratta di una persona che conosceva bene la vittima e aveva persino le sue chiavi di casa in quanto fidanzato della badante dell'anziano. Nei suoi confronti il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della locale Procura che ha coordinato le indagini della polizia.

Gli agenti della sezione omicidi della squadra mobile sono arrivati all'uomo grazie all‘acquisizione e all'analisi di numerose telecamere di sorveglianza della zona, ma anche grazie a intercettazioni telefoniche e analisi di tabulati telefonici che lo hanno collocato sul posto nelle ore dell'incendio.

A fare scattare l'inchiesta però erano stati in primis le analisi scientifiche nell'abitazione e gli accertamenti medico legali disposti sulla salma del pensionato. Le prime infatti hanno stabilito che l'incendio era doloso mentre l'autopsia sul cadavere recuperato dai vigili del fuoco ha stabilito che la morte di Latella non era da ricondurre al fumo inalato dopo l'incendio ma ad una ostruzione meccanica delle vie respiratorie che aveva provocato anche delle microfratture maxillofacciali. In pratica qualcuno lo aveva soffocato prima dell'incendio premendogli qualcosa sul volto. Nei polmoni della vittima infatti non vi era fumo.

L'assassino aveva prima ucciso e poi appiccato il fuoco, forse per far sparire le tracce. L'inchiesta quindi ha ricostruito gli spostamenti attorno alla casa risalendo al 45enne. L'uomo sarebbe entrato utilizzando le chiavi prima del'incendio e ne sarebbe uscito poco prima che le fiamme divampassero all'esterno. Indagata a piede libero anche la donna con cui si frequentava e che faceva da badante alla vittima, la sua posizione è ancora al vaglio dell'autorità giudiziaria.

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