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Muore a 13 anni per un cancro, genitori indagati per omicidio: “Ritardarono le chemioterapie”

I genitori di un ragazzino di 13 anni sono indagati per omicidio volontario. Il ragazzino è infatti deceduto a causa di un cancro, ma secondo la Procura i familiari avrebbero ritardato l’inizio delle cure.
A cura di Gabriella Mazzeo
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È morto a soli 13 anni a causa di un tumore: uno studente del Vicentino è deceduto all'inizio del 2024 nell'ospedale San Bortolo di Vicenza. I genitori sono ora indagati per omicidio volontario. La mamma e il papà del ragazzino sostengono di aver fatto il possibile per salvarlo, ma la Procura non sarebbe convinta: secondo Il Giornale di Vicenza, i due hanno ricevuto pochi giorni fa l'avviso di conclusione delle indagini. L'accusa sarebbe in particolare di aver "ritardato l'inizio delle chemioterapie prescritte dai medici".

La coppia è difesa dagli avvocati Lino e Jacopo Roetta. Durante le indagini, la mamma e il papà dell'adolescente sono stati sentiti dagli investigatori dopo l'acquisizione della Procura di tutti i certificati e gli accertamenti svolti dai medici dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Dalla relazione di un perito che aveva visitato il 13enne prima che morisse (quando era già arrivata la segnalazione in Procura), sarebbero emerse omissioni da parte dei genitori. I difensori della coppia sono convinti però che il decesso fosse purtroppo inevitabile. "Lo stesso consulente sosteneva che il ragazzino poteva vivere al massimo per altri due o tre mesi – sottolinea uno dei due avvocati -. La sua morte era già segnata e non c'era possibilità di cura".

Ora il rappresentante dell'accusa dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio davanti alla Corte d'Assise o optare per l'archiviazione. Secondo gli avvocati, la coppia avrebbe fatto di tutto per salvare il 13enne e l'accusa di omicidio volontario sarebbe "un'enormità".

La vicenda ha avuto inizio nella primavera del 2023 quando il ragazzino, in seguito ad alcuni malori, ha ricevuto la diagnosi di tumore. Il papà e la mamma hanno consultato medici e specialisti per trovare una via d'uscita dal tunnel della malattia, ma durante le terapie alcune assistenti sociali hanno iniziato ad avere dei sospetti  sulla condotta dei due genitori. Secondo loro, infatti, non si stavano adeguando alle indicazioni terapeutiche omettendo di sottoporre il 13enne alle chemioterapie.

Per questo motivo è partita la segnalazione prima al tribunale dei minori di Venezia e poi alla Procura di Vicenza. Il pm Fietta ha nominato un consulente che ha visitato il ragazzino prima del decesso e il suo report ha fatto emergere, secondo l'accusa, negligenze da parte dei due genitori.

Secondo il medico, il ragazzino non sarebbe stato sottoposto alle chemioterapie iniziali e questo avrebbe peggiorato le sue condizioni di salute. Dopo alcune settimane dalla diagnosi, il ragazzino è purtroppo morto. Ora toccherà ai magistrati dire l'ultima parola sul caso.

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