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Multa di un milione di euro a Lidl: “Consumatori ingannati sull’origine della pasta”

Lidl, la catena tedesca di supermercati, è stata multata di un milione di euro per aver diffuso informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro utilizzato nella produzione della pasta di semola di Italiamo e Combino. ““Lidl  – sostiene Antritrust – ha utilizzato negli ultimi 30 mesi semola ottenuta da miscele di grani duri provenienti sia dai paesi Ue che non Ue, in cui quello italiano rappresentava in media una quota del 40%”.
A cura di Davide Falcioni
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Lidl, la catena tedesca di supermercati, è stata multata di un milione di euro per aver diffuso informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro utilizzato nella produzione della pasta di semola di Italiamo e Combino. “Il procedimento – scrive l’Antitrust – concerne i comportamenti posti in essere dal professionista, consistenti nella promozione e commercializzazione – nei punti vendita Lidl e mediante il sito internet www.lidl.it – delle proprie linee di pasta di semola di grano duro a marchio ‘Italiamo' e ‘Combino', mediante confezioni che rappresentano in maniera ingannevole le caratteristiche di tale pasta, enfatizzando sulla parte frontale l’italianità del prodotto, in assenza di adeguate e contestuali indicazioni sull’origine anche estera del grano duro impiegato nella produzione della pasta”.

Complessivamente l'Antitrust ha concluso in tutto cinque procedimenti istruttori riguardanti informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro usato nella produzione di pasta di semola di grano duro; tali informazioni sono state diffuse attraverso le etichette e i siti aziendali di Divella (marchio Divella), F.lli De Cecco di Filippo – Fara San Martino (marchio De Cecco), Lidl Italia (marchi Italiamo e Combino), Margherita Distribuzione (ex Auchan Spa, marchio Passioni), e Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco (marchio Cav Giuseppe Cocco). Ciò nonostante il provvedimento di pratica commerciale scorretta è stato adottato solo nei confronti della Lidl che non ha presentato impegni nel corso della procedura istruttoria. “Lidl  – sostiene l'autorità – ha utilizzato negli ultimi 30 mesi semola ottenuta da miscele di grani duri provenienti sia dai paesi Ue che non Ue, in cui quello italiano rappresentava in media una quota del 40%”. E ciò vale sia per Italiamo che per Combino. Quindi, quelle diciture “Specialità italiana” e “Prodotto in Italia”, sulle confezioni risultano ingannevoli.

Lidl: "Abbiamo rispettato la legge. Impegnati a garantire trasparenza"

Lidl Italia in una nota ha spiegato di non condividere "l'interpretazione alla base del provvedimento dell'AGCM in merito alla provenienza della pasta e origine del grano dei suoi marchi Italiamo e Combino. L'azienda sottolinea che la comunicazione riportata sulle confezioni dei suddetti marchi è perfettamente conforme a quanto stabilito dalla normativa vigente, in linea con l'impegno quotidiano nel garantire trasparenza e completezza di informazione al consumatore sulla provenienza delle materie prime utilizzate nei prodotti offerti nei propri punti vendita. Per queste ragioni Lidl Italia si riserva di tutelare la propria immagine e i propri diritti nelle sedi più opportune".

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