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Morto a 17 anni, la mamma di Marco Cestaro: “Torturato dal branco, chi sa parli”

Anna Cattarin, la mamma di Marco Cestaro, il ragazzo trovato cadavere alla stazione di Villorba (Treviso), con il corpo sfigurato, ricorda l’anniversario della morte del diciassettenne. Per la Procura si trattò di un suicidio, ma le indagini difensive condotte per conto della famiglia, parlano invece di una serie di sevizie culminate in omicidio.
A cura di Angela Marino
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"Marco, oggi sono passati già quattro anni da quel maledetto 13 gennaio 2017. Sei stato una giornata nelle mani dei tuoi assassini, ma la grande vergogna è che ancora non solo non hai avuto giustizia, ma tanto meno è emersa la verità". Con queste parole, Anna Cattarin, la mamma di Marco Cestaro, il ragazzo trovato cadavere alla stazione di Villorba (Treviso), con il corpo sfigurato, ricorda l'anniversario della morte del diciassettenne. Per la Procura si trattò di un suicidio, ma le indagini difensive condotte per conto della famiglia, parlano invece di una serie di sevizie culminate in omicidio. La perizia del medico legale incaricato dalla famiglia, infatti, avrebbe riscontrato fratture e lesioni incompatibili con il suicidio sotto un treno.

"Il colpo mortale è stato inflitto con un mezzo tagliente seghettato sul lato destro del collo – si legge nella relazione del medico – La causa della morte è da ascriversi a grave choc emorragico con perdita di tre litri di sangue in politrauma. Marco era stato barbaramente torturato da almeno tre individui, uno dei quali gli aveva fratturato tre dita della mano sinistra, provocato lesioni alle piante dei piedi e spento sigarette sul petto e sul braccio destro. Un soggetto mancino gli aveva tagliato la gola con un mezzo tagliente seghettato e un altro gli aveva spezzato le gambe, verosimilmente con una accetta, e inflitto un colpo sulla coscia sinistra. Quantomeno un altro l'aveva trattenuto”. Nonostante gli spunti proposti dal team difensivo, la Procura non ha approfondito la pista dell'omicidio.

"Mi auguro che qualcuno si metta una mano sulla coscienza – scrive oggi mamma Anna –  perché chi sa e tace o se ne lava le mani è complice. Mi auguro che qualcuno sia divorato dal rimorso per quello che ha fatto o per quello che doveva fare o dire. Non si può morire in un modo così atroce e disumano a soli 17 anni. Mi rivolgo ai responsabili: ma come fate a vivere, dormire, divertirvi dopo quello scempio che avete fatto? Non sentite ancora il pianto disperato di Marco che vi supplica di lasciarlo vivere prima di tappargli la bocca? Sapete benissimo cosa gli avete fatto: più di quello che noi siamo riusciti a vedere e capire. Avete tolto la vita a un ragazzo che voleva vivere, che amava la vita e aveva tanti progetti, una fidanzata che non si dà pace, una madre che preferirebbe morire piuttosto di sopportare questo grande dolore, tre fratelli che soffrivano già per la morte orribile del padre e hanno dovuto sopportare la perdita in questo modo atroce anche del fratello, ragazzi che ammiro perché fanno di tutto per andare avanti con il sorriso sulle labbra nonostante gli incubi notturni. Ma come fate a guardarvi allo specchio ogni giorno? Prima o poi arriverà la giustizia e dovrete pagare, tutti. Non solo gli assassini, ma anche voi che sapete e fate finta di non vedere, voi che potevate fare qualcosa e non l'avete fatto. Avete tutti le mani sporche di sangue innocente".

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