Morte di Ilaria Mirabelli, il legale della famiglia chiede si indaghi sull’ipotesi di omicidio volontario
Prosegue la battaglia della famiglia di Ilaria Mirabelli, la 38enne cosentina morta nel pomeriggio del 25 agosto scorso in un grave incidente lungo la Statale 108 bis Silana di Carati. Ma i familiari della giovane credono ci siano tante cose che non tornano nella vicenda.
Per questo l'avvocato Guido Siciliano, che segue la famiglia Mirabelli, ha presentato una denuncia-querela chiedendo che si indaghi per omicidio volontario e omicidio stradale, facendo esplicito riferimento anche al compagno della donna, che si trovava con lei al momento dell'incidente, affinché si approfondisca la sua posizione.
Al momento la Procura sta indagando solo per omicidio colposo. "La denuncia – ha spiegato ancora il legale – è volta ad ottenere una serie di accertamenti per verificare la compatibilità della lesioni rilevate sul cadavere della Mirabelli con l'incidente registrato".
"Appena vi sarà l'iscrizione con le nuove ipotesi di reato procederemo con rituale richiesta di incidente probatorio ciò per levare ogni possibile dubbio riguardo al decesso e anche a garanzia del possibile indagato", ha aggiunto Siciliano.
La donna al momento dell'incidente si trovava alla guida di una Volkswagen, a bordo con lei il nuovo compagno. L'auto è uscita di strada a poche centinaia di metri dalla carreggiata. Il corpo della donna è stato ritrovato a una cinquantina di metri dalla macchina; l'uomo invece si è salvato riportando ferite non gravi.
Secondo i parenti della donna, però, ci sarebbero tanti elementi ancora da chiarire e da approfondire. Come le tre gravi lesioni trovate sul corpo della giovane o la natura del legame tra lei e l'uomo con cui era in auto, un 44enne. Chi li conosceva, ha descritto il loro rapporto come ‘turbolento', fatto di frequenti litigi,
Desta sospetti anche un altro elemento: un terzo cellulare che la coppia utilizzava, oltre ai due personali trovati sul luogo dell'incidente, consegnato agli inquirenti solo in un secondo momento.
Un parente della vittima infatti avrebbe raccontato di aver ricevuto una chiamata da parte di Ilaria nel pomeriggio del 25 agosto da questo terzo dispositivo, che il compagno di Ilaria ha consegnato agli inquirenti in ritardo. Anche sui telefonini e sulla messaggistica la Procura ha avviato accertamenti tecnici.
Chiarezza sull'accaduto è stata richiesta dalla Conferenza delle democratiche della Calabria, dal Centro antiviolenza "Lanzino" di Cosenza e dal collettivo Fem.In di Cosenza, che ha affisso uno striscione davanti al Palazzo di Giustizia con scritto: "Verità per Ilaria". Sulla vicenda indaga la pubblico ministero Donatella Donato con l'ausilio dei carabinieri.