814 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Morte di Giulia Di Sabatino, la famiglia: “Quella notte ha incontrato chi l’ha uccisa”

“Quella sera è uscita per divertirsi e ha incontrato dei mostri che l’hanno uccisa e noi li vogliamo in galera”. A Fanpage.it i genitori di Giulia Di Sabatino, la diciannovenne trovata senza vita la mattina del 1 settembre del 2015 ai piedi del cavalcavia della A14, tra Tortoreto e Giulianova. Secondo la famiglia Giulia non può essersi lanciata volontariamente.
A cura di Angela Marino
814 CONDIVISIONI
Immagine

"Quella sera è uscita per divertirsi e ha incontrato dei mostri che l'hanno uccisa e noi li vogliamo in galera". A Fanpage.it i genitori di Giulia Di Sabatino, la diciannovenne trovata senza vita la mattina del 1 settembre del 2015 ai piedi del cavalcavia della A14, tra Tortoreto e Giulianova. Da cinque anni ormai, Luciano e Meri attendono risposte sulla morte della loro seconda figlia, morta nel giorno del suo diciannovesimo compleanno mentre si preparava a partire per Londra. "Come si fa a pensare che volesse suicidarsi quando solo tre giorni prima era andata a farsi la lampada perché voleva arrivare da sua sorella a Londra, abbronzatissima e bella? " si domanda Meri. La giovane, infatti, aveva già acquistato il biglietto e aveva la valigia pronta per la partenza. Avrebbe dovuto raggiungere sua sorella Vanessa che già viveva e lavorava nella capitale britannica.
Quella sera, secondo la ricostruzione delle indagini, Giulia ritirò il suo ultimo stipendio da cameriera, tornò a casa, si cambiò d'abito velocemente e uscì per festeggiare il suo compleanno insieme a degli amici. Lasciò il cellulare a casa, come era solita fare.

Gli ultimi messaggi di Giulia

"Gli ultimi messaggi di Giulia dovrebbero bastare a far capire quanto amava la vita. Lei sorrideva e regalava vita. Come si fa a pensare che potesse uccidersi?" rimarca Meri che insieme al marito non ha mai creduto alla ricostruzione suicidiaria. Per l'incongruenza con lo stato psicologico di Giulia,  che alla famiglia appariva serena e propositiva, in primo luogo e poi per una serie di anomalie evidenziate dalle indagini della Procura e da quelle difensive. A spiegare quali sono i punti di criticità del presunto ‘suicidio' ci pensa l'avvocato Antonio Di Gaspare, incaricato dalla famiglia di assisterli nel caso. "Per precipitare sulla strada dove sono stati trovati i poveri resti massacrati dalle auto – spiega al telefono a Fanpage – Giulia avrebbe dovuto scavalcare una recinzione alta un paio di metri e ricoperta di ruggine. Anche solo appoggiando una mano ci si sporca, ma sui vestiti di Giulia, come accertato dai RIS, e su ciò che resta del suo corpo (la causa della morte non è mai stata stabilità, ndr) non ve n'erano tracce".

L'appuntamento con gli amici

"Dalle ricostruzioni  – interviene Luciano, il papà di Giulia – si evince che doveva uscire con un gruppo di amici, cosa che non sapevamo, perché inizialmente era tutto nell'ombra. Nella nebbia, però, mano a mano che andavamo avanti sono uscite delle prove che dovesse uscire con degli amici". "Di certo sappiamo che la sua ultima sera è stata vista con un ragazzo a bordo di una Fiat Panda di colore rosso". Quello che per mesi la Procura e la TV chiameranno il ‘ragazzo della Panda rossa', verrà identificato mesi dopo i fatti quando lui stesso si farà avanti. "Sulle mutandine di Giulia è stato ritrovato il DNA di Davide che prova che tra i due c'è stato un contatto sessuale" dice Meri -"Davide P. racconta che Giulia è stata a casa sua fino alle 4 e 30 e poi l'ha accompagnata sul ponte, dove c'è buio pesto e due minuti dopo Giulia non c'era più". "Il giorno dopo  – continua –  ha inviato un messaggio a mia figlia prima di pranzo: ‘Ciao Giulia, sto andando al lavoro, ci sentiamo dopo'. Era l'una di pranzo, quando già si parlava di una ragazza senza vita trovata dove abitava lui a Mosciano" spiega Meri.  "Questo ragazzo – continua – si è tolto da Facebook insieme a tanti amici di Mosciano, a loro mi rivolgo e dico: parlate".

L'inchiesta bis per pedopornografia

Oltre a Davide P., arrestato lo scorso aprile per maltrattamenti ai danni dei genitori e prosciolto dall'inchiesta per istigazione al suicidio, un altro giovane è entrato e uscito dal caso. "Il suo nome appare in un filone di inchiesta indipendente per le accuse di pedo pornografia (che riguardano alcune foto private di ragazze minorenni) e induzione a alla prostituzione in Giulia, figurava come vittima" spiega ancora l'avvocato Di Gaspare. "Noi crediamo che la vicenda dello scambio di foto private meritasse un ulteriore approfondimento riguardo alla morte di Giulia".

814 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views