Morte del sub Marco Danti: indagato l’amico che ha caricato le bombole usate per l’immersione

Un nome è finito nel registro degli indagati per la morte di Marco Danti, il medico originario di Lerici – in provincia di La Spezia – deceduto durante un’immersione nelle acque delle Formiche di Grosseto, una delle mete più ambite dai subacquei esperti.
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Carmine Nuzzo, punta a chiarire le circostanze che hanno portato alla tragedia avvenuta lo scorso weekend. Al centro dell’indagine c’è uno spezzino, componente del gruppo di appassionati di diving partito da Castiglione della Pescaia per la spedizione subacquea. A lui sarebbe stato affidato il compito di riempire le bombole utilizzate durante le immersioni: un’operazione delicata che richiede la corretta gestione dei gas – dall’aria compressa alle miscele speciali come Nitrox, Trimix o elio – per garantire la sicurezza dei sub.
Intanto, il medico legale Mario Gabbrielli ha eseguito l’autopsia sul corpo di Danti, un passaggio cruciale per stabilire le cause del decesso. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi: un malore improvviso o un guasto dell’attrezzatura potrebbero aver avuto un ruolo determinante.
Danti, anestesista all’ospedale Sant’Andrea della Spezia, era noto per la sua competenza e prudenza. Sabato mattina si era immerso con il gruppo, ma non è più riemerso. Le ricerche, condotte da vigili del fuoco e Capitaneria di porto, hanno portato al ritrovamento del corpo soltanto il giorno seguente, a circa 60 metri di profondità.