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Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo

Morte Attanasio e Iacovacci, l’appuntato Salvatore Di Giorgio: “Orgoglioso di sostituirlo”

In un’intervista a Fanpage.it, l’appuntato 39enne Salvatore Di Giorgio ha dichiarato di essere orgoglioso di sostituire Iacovacci, il carabiniere deceduto in un agguato in Congo. “Si è sacrificato per l’istituzione. Ho fatto quello che tanti miei colleghi avrebbero fatto. Il suo operato sarà fonte di ispirazione per sempre”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha scelto di sostituire Vittorio Iacovacci nella sua missione in Congo dopo il decesso del carabiniere avvenuto durante un agguato alle due vetture del WFP sulle quali viaggiavano l'agente e l'ambasciatore italiano Luca Attanasio. Nel corso dei funerali di Stato è intervenuto per portare l'ultimo saluto a Vittorio da parte del 13° Reggimento dei Carabinieri. Salvatore Di Giorgio ha 39 anni ed è un appuntato siciliano dello stesso reggimento di Iacovacci. Ha già fatto esperienze in Africa, nel Balcani e in Medio Oriente. Ha già affrontato una missione in Congo, prima di questa decisione. In pochi giorni sarà di nuovo lì per portare avanti la missione del collega deceduto. Parla poco, ma quando racconta della missione e della sua scelta di vita ha l'aria consapevole. Si sofferma poco sugli affetti che tra pochi giorni lascerà per andare in Congo, così come sulle sue ansie. Di Iacovacci, però, parla con toni d'affetto e stima nonostante la conoscenza non fosse approfondita

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Da dove nasce la scelta di proporsi in sostituzione di Iacovacci?

Si tratta di una decisione guidata da una necessità comunque istituzionale, perché la sostituzione è comunque necessaria, ma soprattutto di un moto di orgoglio che ho provato. I miei colleghi prenderebbero il mio posto anche domani, ho fatto quello che avrebbero fatto tanti altri, ne sono sicuro. Sono molto orgoglioso però di sostituirmi a Vittorio che è stato un esempio per tutti noi: lo è per chi è arrivato da poco e per chi invece è in servizio da tanto tempo. Il suo operato sarà da guida per tutti noi.

Ha conosciuto Iacovacci? Che ricordo ne ha?

Ci siamo incontrati in Caserma, abbiamo fatto qualche servizio insieme e ho potuto conoscerlo come collega, anche se non in modo approfondito come altri hanno fatto. Chi ha lavorato spalla a spalla con lui racconta una persona molto umile, disponibile e soprattutto preparata. Ha lasciato un grande esempio nel suo percorso e tutti ne sono consapevoli. Lo era per tutti anche prima di questa tragedia e questa è la cosa più bella che si possa dire.

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Avete avuto occasione di parlare della missione in Congo?

Non abbiamo mai parlato di questa missione nello specifico, non abbiamo avuto modo di confrontarci. Siamo però tutti abituati alle missioni all'estero e Vittorio era molto orgoglioso della scelta di vita che aveva fatto. Il nostro dovere in questo tipo di missioni è seguire e proteggere l'ambasciatore in ogni suo spostamento. Lo ha fatto fino alla fine.

Come si sente alla vigilia di questa partenza dopo una tragedia come questa?

Sono preparato. La mia famiglia da tanto tempo mi appoggia in questa mia scelta di vita e sono molto orgoglioso di dare il cambio a una persona di così grande valore come Vittorio. Si è sacrificato per l'istituzione con l'impegno e la dedizione che lo contraddistinguevano. Per me è un onore prendere il suo posto: sono molto orgoglioso di questo Paese, dei miei colleghi, del nostro lavoro e di Vittorio il cui valore resterà un diamante al collo della nostra Italia per sempre.

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