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Morì a 14 anni per ipotermia dopo incidente in canoa, chiesto il processo per due medici del soccorso

Chiesto il rinvio a giudizio per i due medici del soccorso che nel gennaio 2023 intervennero sulla riva del fiume Entella dove un ragazzo di 14 anni era rimasto incastrato con la sua canoa. Il minore, dopo diversi giorni in ospedale, era morto per ipotermia. Il 23 ottobre inizierà l’udienza preliminare.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
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È stato chiesto dal pubblico ministero Francesco Cardona Albini il rinvio a giudizio per i due medici del soccorso che nel gennaio 2023 intervennero sulla riva del fiume Entella dove un ragazzo di 14 anni era rimasto incastrato con la sua canoa. Il minore, dopo diversi giorni in ospedale, era morto per ipotermia.

La giudice Angela Nutini ha fissato per il 23 ottobre l'inizio dell'udienza preliminare, al termine della quale deciderà se prosciogliere i due o mandarli a processo. Era stata la giudice Carla Pastorini a trasmettere gli atti al pm per approfondire la posizione dei medici, difesi dagli avvocati Daniele Pomata e Alessandro Lanata.

La stessa giudice aveva prosciolto i due istruttori della società per cui si allenava il ragazzo, difesi dagli avvocati Silvia Morini e Guido Mottola, mentre aveva mandato a processo i sei Vigili del fuoco, quattro del distaccamento di Chiavari e due sommozzatori, difesi dagli avvocati Giorgio Zunino, Roberta Barbanera, Nadia Solari.

Il pubblico ministero ha successivamente deciso di impugnare il proscioglimento degli istruttori e nel frattempo il processo ai pompieri è stato rinviato all'11 dicembre in modo da capire se unificare tutte le posizioni.

Il ragazzino, la cui famiglia è assistita dall'avvocata Rachele De Stefanis, stava facendo allentamento con altri giovani. Stando a quanto emerso dalle successive indagini, era rimasto in acqua per molto tempo ed era arrivato, in condizioni critiche per l'ipotermia, al Gaslini.

In ospedale era morto alcuni giorni dopo. Secondo l'ipotesi sostenuta dal pubblico ministero, nelle operazioni di soccorso ci sarebbe stata una catena di errori e la morte del ragazzino poteva essere evitata. Per le difese, invece, i soccorritori fecero tutto il possibile mettendo anche a rischio al propria vita per salvare il 14enne.

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